Che c’è di meglio di una bella newsletter che t’avvisa delle promozioni nei negozi, degli allegri sconti pre-saldi, dell’arrivo delle nuove collezioni e di qualche gradevole concorso, che magari con una sana botta di culo due stracci gratis riesci pure a portarteli a casa?
Ecco. Credo che me ne arrivino millemila, di newsletter della moda. Dalla meraviglia di quelle di Miu Miu (che ho seriamente pensato di abbandonare perchè ogni volta che ne apro una mi fa male il cuore) alle giocose cretinate di Diesel (tipicamente, c’è un tizio in spiaggia che si riempie le mutande con delle palettate di sabbia gridando BE STUPID), è tutto piuttosto utile, carino a vedersi e spesso interessante per il portafoglio.
E poi, là dove il più nero degli abissi inghiotte una tragedia, ci sono le newsletter di Comptoir des cotonniers.
Ora, non so perchè tutto questo stia capitando e quali difficoltà affliggano questo elegante e amenissimo brand, ma ogni volta riescono a stupirmi con nuovi strafalcioni e inopportunità lessicali. A parte che se scrivi per due volte veluto invece di velluto vuol proprio dire che pensi di aver ragione te – e il problema diventa all’improvviso molto più grande -, ma la newsletter di Comptoir des maccherons trabocca di stupidaggini e bizzarri ibridi semantici che un po’ fanno ridere e un po’ ti fanno venire voglia d’invocare il dio Anubi, cane per metà.
Ma andiamo con ordine, che poi magari sono io che mi scandalizzo per niente.
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A parte il look ARTY BORGHESE – che è, per una figlia di papà coi pantaloni macchiati di vernice e un fazzoletto in testa? Per una signora ricca che si diverte a farsi mantenere mentre dipinge patacconi senza speranza? È un incoraggiamento all’acquisto aspirazionale dedicato al target proletario? -, ci avete mandato una newsletter, non un invito a palazzo. Che bisogno c’è di specificare “all’attenzione della signora“? Cosa pensano, che qua abbiam tutte la cameriera Esmeralda che ci controlla la posta in arrivo?
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Quel che so per certo è che i stilisti anelano banner ben curati. Poi possiamo anche andare tutti in giro nudi, al gelo.
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Fate largo, passa il pantalone più tendenza!
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Questa è una perla immortale.
INEVITABILE TWEED.
Non puoi sfuggire al tweed. Tenace come una blatta germanica, il tweed t’inseguirà per mari e monti, ti toglierà il sonno, importunerà i tuoi discendenti e verrà a incastrarsi in ogni interstizio della tua esistenza. Il tweed, lo stalker dell’autunno-inverno 2012.
Rassegnamoci al nostro destino, il tweed è inevitabile.
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Insomma, che dire. Auguro ai Cotonniers di ripigliarsi con celerità, perchè sfornano bei vestiti e non è saggio che perseverino con questo scempio settimanale. Coraggio gente, basta anche solo un Piccolo Palazzi.
E vi dirò di più, per contribuire all’assunzione a tempo indeterminato di qualcuno che conosca almeno cento vocaboli della lingua italiana, sono andata in visita al negozio di Torino e ho comprato una sciarpa molto allegra e questo bel maglione da dio Loki. Molto meglio del dio Anubi, patrono delle newsletter sbilenche.
PS. In realtà, la mia solidarietà è grande. E l’arte del refuso divertente è nobilissima. Per dire, una volta ho lasciato in una newsletter “IL PRINCIPE SPENDENTE” al posto di “IL PRINCIPE SPLENDENTE”. E son stati bei momenti.
8 Comments
Oddio, sto morendo dal ridere, vado a iscrivermi alla newsletter.
ti regalerà gioie senza eguali. te lo prometto.
Io mi iscrivo e già che ci sono mando pure un curriculum. Tiè, in barba al tweed.
Hanno bisogno di aiuto, soccorrili!
Vabbè, dai. Useranno un traduttore automatico, che dio (se c’è) li perdoni!
Dio si veste sempre di tweed.
Credo che la newsletter vada letta con accento francese. Se immagini una voce suadente che con accento francese dice: “Gli articoli preferiti dei stilisti”, quel dei passa in secondo piano. Anzi, non sembra nemmeno fuori posto.
Manco Marion Cotillard riuscirebbe a farmi sentire meglio, però è una valida teoria.