Sono sconvolta.
Ma posso provare a razionalizzare la situazione.
Ho la sventura di dover gestire un’immaginazione ipertrofica. Questa faccenda ha degli indubbi vantaggi – non ho bisogno di drogarmi (anzi, partendo da un livello altissimo di follia, ho il sacro terrore delle sostanze stupefacenti dal potenziale psicotropo), ho sempre qualcosa da dire ai brainstorming e sono bravissima a inventare menzogne davvero credibili -, ma anche dei preoccupanti effetti collaterali. Ho difficoltà ad interagire con le persone in maniera razionale, mi convinco di essere capace di comunicare verbalmente con il mio gatto, ho paura del citofono e m’interesso al movimento circolare del cestello della lavatrice. Il primo problema, però, è che mi faccio i film. Non riesco a trattenermi. Succede qualcosa di assolutamente infinitesimale? Fantastico. Il mio cervello si impossesserà del particolare più insignificante del cosmo e lo trasformerà nella Cappella Sistina. Anzi, in una riproduzione della Cappella Sistina fatta di GIF animate fluo. A forma di labirinto. In un setting subacqueo. Con meduse veggenti che giocano a rubamazzo. E le Sibille che cantano le figlie noi siam di Tritone, i nostri bei nomi li ha scelti lui. E il Papa che percuote il kraken brandendo la carcassa di uno squalo bianco.
Ormai faccio anche fatica a dormire.
Perché il problema vero è che ad ogni moto ascendente della mia immaginazione corrisponde anche un corredo di aspettative irrealistiche nei confronti della vita, degli eventi, degli esseri umani e del mio tempo libero. E potrete ben capire che l’universo faccia una certa fatica a non deludermi, quando m’è venuto in mente il Papa che picchia il kraken con uno squalo. Indossando una muta da sub di un bianco abbagliante. E bombole dell’ossigeno a forma di tabernacolo.
Sono certa che la psichiatria sia già riuscita a spiegare il fenomeno, ma non ho abbastanza soldi per andare da una persona a farmi diagnosticare della roba.
Comunque.
I film, ovviamente, rientrano nella complicata infrastruttura del mio meccanismo di aspettativa e delusione. Soprattutto se mi prendo bene dopo il primo trailer e devo aspettare un paio d’anni prima di vedere il film.
Arlo prometteva benissimo. Il meteorite ha mancato la Terra! I dinosauri non si sono mai estinti! Che diamine, è il più grande WHAT IF dell’universo. Un gigantesco WHAT IF in mano alla Pixar, poi… mica al tipo che mi porta la pizza una volta la settimana e continua a sbagliare scala.
Sono andata a vedere Arlo appena è uscito al cinema. Ero felice. Ero un tripudio di gridolini e battimani.
E sono uscita con la morte nel cuore. E con la chiara sensazione di essere un mostro senza cuore. Perché le leggo, le critiche e le recensioni della gente che capisce davvero qualcosa di cinema. E tutti ci avevano visto del buono e del bello, in questo film. Chiaro, non è che si gridasse al capolavoro in maniera unanime, ma ogni singolo articolo è riuscito a mettere in luce qualcosa di poetico, struggente e apprezzabile.
E io là, a darmi in testa una padella antiaderente.
Ma analizziamo il mio scoramento.
CI SONO GLI SPOILER.
IO VE LO DICO.
CI SONO GLI SPOILER.
Anche se, capirai, che spoiler mai saranno.
I dinosauri sono scampati al meteorite per trasformarsi in nuclei isolati di servi della gleba – gli erbivori -, allevatori di mammiferi lobotomizzati – i carnivori di grossa taglia -, sciacalli di dubbia moralità – i carnivori di piccola taglia – e criminali sciroccati – gli onnivori volanti. I piccoli mammiferi popolano prati e boschi conducendo una vita priva di significato. Gli umani, pur avendo afferrato l’importanza dei legami affettivi che solo una famiglia può donare, sono ancora indietrissimo. Ululano alla luna, fanno la cacca nei cespugli e, con ogni evidenza, non sono ancora approdati al decisivo stadio della fabbricazione di utensili.
E fin qua, posso anche sentirmi in pace. È il tuo mondo, Pixar. Sei tu che stabilisci le regole. Fai quello che ti pare, basta che quello che decidi di creare sia un mondo ricco, vasto e interessante.
In quanto a vastità, il mondo di Arlo è vasto.
Solo che non succede una mazza.
Ho letto praticamente ovunque che questo film andrebbe amato anche solo per la minuziosa e magnifica ricostruzione dell’ambiente naturale. L’acqua che sembra vera. Il cielo che sembra più cielo del cielo. Il cielo che si riflette nell’acqua, creando miliardi di sfumature cangianti. Le foglie iridescenti. I raggi del sole che filtrano fra le fronde. E le foglie iridescenti che precipitano nell’acqua baciata dal sole producendo altre incredibili sfumature magiche un po’ ondulate e splendenti e ipnotiche.
Però.
Certo, è un bellissimo mondo. Ma se avevo voglia di guardare il paesaggio andavo a farmi una gita sulla Pietra Parcellara. Che dopo un po’ di temporali, acqua che scorre e vento che soffia mi sono anche già rotta i coglioni. Perdonatemi, ma non ce la faccio. Il paesaggio deve aiutare. Il paesaggio è un attore non-protagonista. Ma non venitemi a dire che devo rimanere a bocca aperta per un ruscello. Ammiro il gesto tecnico e me ne rallegro, ma continuerò a domandarmi CHE ALTRO C’È.
Comunque. Nell’impossibilità di trovare conforto nello splendore dello scenario naturalistico, ho cercato di concentrarmi sulla trama e sugli avvenimenti. Non succede una mazza, si diceva. Ed è proprio così. Mi rendo conto che questo film non sia assolutamente rivolto a me. Questo film è per teneri frugoletti di otto anni che probabilmente non hanno ancora accumulato una significativa dose di cinismo. Il fatto che io mi sia posta questa domanda – “Ma Arlo è per me?” – è già un chiaro segnale di fallimento. Ho trent’anni. E me ne frego solennemente del pubblico potenziale di quello che guardo e leggo. Il mio libro preferito è Il GGG e sono fermamente convinta che se una cosa “per bambini” è bella davvero non potrà che piacere anche a gente di centomila anni. Ci sono storie che parlano a tutti. E, di solito, sono le storie che funzionano e che sopravviveranno al tempo. Arlo è una roba che se me lo facevi vedere da piccola ti tiravo dietro i Trudi. Gli stessi che mi metterei a lanciare dal balcone adesso, se solo non fossero i miei più cari ricordi d’infanzia. Arlo, in fin dei conti, è questa roba qui:
1. Ciao, ecco il nostro protagonista. È un giovane dinosauro inetto, insicuro, antipatico, codardo e scoordinato. Arlo, in pratica, è Bella di Twilight.
2. Ciao, ecco il papà di Arlo. È il classico papà benevolo. Lo uccidiamo con un pretesto, donando ad Arlo un bel senso di colpa. Lo facciamo anche morire come Mufasa, tanto la gente guarderà quanto abbiamo fatto bene il fiume in piena e non s’accorgerà di niente.
3. Ciao, Arlo ha bisogno di crescere e di riscattarsi. Il protagonista di una storia lo fa, di solito. Cambia, si evolve. Facciamogli fare un viaggio formativo. Il tema del viaggio funziona sempre. Specialmente se innescato da una causa completamente idiota – tipo Arlo che s’inciampa, casca nel fiume e si risveglia a un triliardo di anni luce di distanza da casa sua.
4. Ciao, al protagonista serve anche un amico. L’amico deve far ridere e, possibilmente, deve aiutarlo nel suo percorso di maturazione. Ovviamente non sono mica amici, all’inizio. Anzi, è colpa del comprimario se il nostro protagonista è orfano. Che se la sbrighino loro.
5. Ciao, dobbiamo allungare la minestra. Dobbiamo far finta che i due personaggi siano complessi. Ai personaggi complessi serve tempo per risolvere i loro problemi. Facciamoli smarrire, mettiamoli in pericolo, ispiriamoli grazie ad incontri edificanti, buttiamoci un paio di gag coi criceti e qualche momento-nostalgia con delle lucciole molto coreografiche.
6. Ciao, ora sono amici per davvero. Arlo sarà cresciuto, finalmente? Mettiamolo alla prova. Prendiamo il piccolo umano e piazziamolo in un tronco cavo al limitare di una cascata. In mezzo a uno stormo di pterodattili cocainomani.
7. Ciao, l’ordine del mondo va ripristinato. Facciamo tornare tutti a casa loro.
E vi giuro, mi sono emozionata di più a scrivere questo riassunto colmo di disprezzo e delusione che a sorbirmi quasi due ore di dinosauri che galoppano per i prati. Arlo non m’è diventato più simpatico di una virgola, nonostante gli sbattimenti e le prove di grande valore spirituale che riesce a superare. La sua crescita interiore, così caparbiamente guadagnata, non è riuscita ad accrescere la mia stima nei suoi confronti. Anzi. Mi sono anche incazzata. Quando torna a casa, dopo aver mollato la sua vecchia madre con l’intero raccolto sulla groppa, gli fanno pure mettere la sua impronta sul silos di pietroni. Ma vi pare che se lo sia meritato? Che è. Pensavamo che fossi morto! Ma non sei morto! METTI LA TUA IMPRONTA. Ma perché? Andate tutti ad arare la terra col naso, brontoscemi.
Sono diventata arida e senza cuore?
Mi aspetto troppo dai film?
Non riesco più ad apprezzare la semplicità e le buone intenzioni di una fiaba senza troppe pretese?
Che cos’ho che non va.
Come posso detestare anche le increspature dell’acqua.
Ho paura.
Ma ho il sospetto che la Pixar la pensi come me.
8. Ciao, ci siamo accorti che questo film è una loffa… ma ve lo facciamo uscire due mesi dopo Inside Out. Vediamo chi avrà il coraggio di lamentarsi. Che cavolo, quest’anno ne avete già visto uno bello. Che altro volete da noi?
Vorremmo la Pixar, cortesemente. Sempre e comunque.
6 Comments
ciao,
il problema dell’immaginazione ipertrofica ce l’ho anche io.
Mia moglie dice che NON si può vedere un film con me, perché – prima che accada – incomincio a dire “adesso succede questo, quest’altro, quest’altro ancora”. E insomma finisce che spoilero un sacco senza aver visto un bel niente prima.
Non sto parlando di capire chi è l’assassino.
Faccio riferimento ad esempio a Braveheart, che sono andato vedere quando davano la prima nei cinema 20 anni fa.
A un certo punto c’è una scena in cui c’è il principe – gay – in una stanza con il suo compagno e una finestra aperta su un bellissimo paesaggio.
Io: “adesso entra il padre, si incazza con il figlio, prende il compagno gay e lo lancia fuori dalla finestra”.
Il che puntualmente è successo.
L’amico con cui ero andato a vedere il film strabuzza gli occhi e mi dice “tu l’hai già visto, vero?”
(ovviamente no).
Così anche io mi faccio un sacco “di film” sui film e al 99% delle volte ne rimango deluso, semplicemente perché mi aspetto già il modo in cui la storia si svolge. Cioè va a finire che mi immagino la trama prima mentre sta succedendo, “ci prendo” e poi rimango deluso dal fatto di averci preso, perché ritengo che il film sia scontato.
Il motivo per cui questa cosa succede è presto detto: gli sceneggiatori sono gente esattamente come me e come te; cioè gente con un’immaginazione ipertrofica, ma per quanto ipertrofica possano avere l’immaginazione non può essere ipertrofica più di tanto.
Inoltre, visto che un film ha una durata limitata, tutto quello che viene buttato lì dentro ci viene buttato per un qualche motivo, che ha una finalità dovuta all’andamento della storia: ergo è prevedibile.
In terzo luogo la maggior parte delle persone ha un livello di aspettativa nei confronti dei film che è comunque minore di quello che io. Quindi di solito è moderatamente più soddisfatto di quanto sia io.
C’è un altro aspetto da considerare: che tu probabilmente (come faccio io) essendo una lettrice metti molta enfasi sulla trama e l’approfondimento psicologico dei personaggi.
Sei abituata a leggere caratteri tipografici e immaginarti tutto.
Paradossalmente se tutto il film fosse “pixellato” ma avesse una buona trama, lo apprezzeresti molto di più.
In realtà la gente nei film guarda anche altre cose oltre la storia:
nei film di animazione guarda la realizzazione degli effetti 3d; nei film normali la scenografia, i costumi; il fatto che gli attori siano fighi; la recitazione degli attori; il doppiaggio.
I cinefili e i critici cinematografici poi guardano cose tutte diverse: la posizione della macchina da presa, la composizione delle scene, i piani-sequenza, i primi piani, ecc. (cose che io guardo solo in ultimissima istanza, quando le guardo, considerandole accessorie alla trama).
Come si risolve questo impasse? Semplice: non si risolve. Sei condannata rimanere delusa dai film.
Oppure si risolve semplicemente: io non guardo più film 🙂
ma mi limito a scegliere quelli che più si adattano alle mie figlie
(by the way, a questo proposito sono rimasto molto favorevolmente impressionato da Frozen, in cui la Disney gioca con i propri Classici Disney, e fa un rivolgimento triplo carpiato sulla trama, per arrivare a un finale a sorpresa… very cool).
Però poi non dimentichiamoci mai che la finalità di tutto questo non è quella di creare storie che ci dicano qualcosa di più o di meglio sul mondo, o ci illumino con le loro verità rivelate (come di solito mi aspetto io, e come forse vorresti tu), ma che lo scopo ultimo è quello di vendere bambolotti nei negozi di giocattoli.
ciao!
Buon fine settimana!
Capisco, o come capisco! Quando era uscito il primo trailer di Arlo avevo frainteso alla grande e avevo immaginato un film stile Fantasia Disney o Destino di Dalì, una cosa epica/magica. Mi ero pure già fatta tutto un mio film in testa molto molto simile a “Mother Nature” di Fantasia 2000. Poi ho scoperto che invece i dialoghi c’erano ed erano abbastanza imbecilli e quindi niente, ciao ciao grazie a presto. Immagino che se fossi andata al cinema con il mio magnifico film proiettato nella capoccia sarei uscita con uno stato d’animo simile al tuo. Ma non pensiamoci.
Parliamo invece di cose belle: hai visto per caso Crimson Peak? tag utili: Tom Hiddleston. Ti prego dimmi di sì, io l’ho scoperto settimana scorsa fuori tempo massimo per vederlo al cinema e troppo presto per trovarlo in giro. Se tu l’avessi visto e SE volessi fare una recensione tegaminesca, per me sarebbe come Natale. Se poi ci aggiungi un nuovo post dell’avvento, sono a posto fino a Capodanno.
Non l’ho ancora visto, nonostante la presenza di Tom Hiddleston! Conto di recuperare al più presto e di sbavare copiosamente su tutto quello che di bello possiedo. <3
Secondo me è stupendo e, per me, te hai scritto delle vere cavolate. Se non c’erano tutte quelle cose di cui ti eri lamentata, allora lì il film era una schifezza: non hanno senso le cose che hai detto! 1. Arlo essendo timido appare anche simpatici agli occhi dei bambini, se volevi uno che era coraggioso, antipatico perché si sente forte….2. La stessa cosa con il papà, ma poi chi cazzo se ne frega del fiume? E per me la morte del padre è stupenda come scena. 3. Quando viaggi da solo non cambi? O resti come prima? Ma boh. E il tema del viaggio è perfetto 4. Certo che incolpa il bambino! Se fossi stata al posto di arlo che dici ” è solo colpa mia, mio padre è morto per me. Solo e soltanto per colpa mia ” o incolpi gli altri per ‘consolarti’? E poi secondo te le persone quando si conoscono sono subito amici? Ma pure te!! E poi una persona aiuta un’altra persona che è in difficoltà ( almeno a casa mia ) 5. Quando viaggi non è che va tutto liscio, ci saranno dei problemi no?! E quando conosci qualcuno non gli fai vedere le cose che conosci di quel posto, non parli della tua storia? 6. Il bambino non è che ha detto ” oh wooooow un tronco in mezzo ad un fiume, con la tempesta! Andiamoci ! ” oppure lo hanno messo i dinosauri lí per mangiarlo? E poi arlo in qualche modo cerca di salvarlo no? Non è che lo lascia lì a morire… 7. Ma secondo te un dinosauro è un uomo possono vivere insieme? Oppure l’uomo sceglie di stare con gli uomini? Ma io boh -.-“. Poi quando arlo torna a casa non è che la madre fa mettere l’impronta subito, oppure prima si abbracciano? ( e l’abbraccio fa capire TUTTO ). E poi dopo aver affrontato chilometri e chilometri da solo, che prima se faceva un millimetro si metteva paura, non si merita l’impronta secondo te? -_-“… 8. STO FILM È MERAVIGLIOSO. Sennò non avrebbe guadagnato più di 100 milioni di dollari no ???
Ps: recensione di merda.
Stavi andando bene… poi ci hai piazzato “recensione di merda”. E, quando si insulta chi non la pensa come la pensiamo noi, tutte le cose giuste e meravigliose che abbiamo cercato di dire perdono automaticamente dignità e non sono più degne di essere ascoltate. Io, comunque, sono felicissima che il film ti sia piaciuto. E tanti auguri di buon anno.
Grazie, si è me ne sono accorta troppo tardi… mi scuso da morire per questo -.-“