Priscilla Crowley è un personaggio destinato a suscitare inevitabili sospetti – sia per le sue burrascose e spiccate qualità che per lo studiato riserbo da sempre coltivato dalla sua autrice. Amatissima dalle lettrici di tutto il mondo, Priscilla vive (pericolosamente) sulla pagina, ma sembra sempre meno intenzionata a rispettare i confini convenzionali della narrazione. E, dopo ben otto romanzi di successo, è quasi legittimo domandarsi dove cominci Priscilla e dove finisca Lizzie Rust. Perché, quando ci si ritrova faccia a faccia con una protagonista così dirompente, la romantica tentazione di sovrapporre la sua voce e le sue avventure a quelle della sua creatrice può farsi inevitabile… specialmente quando si sa così tanto dell’eroina e così poco della scrittrice. E l’ultimo capitolo della saga – Priscilla e l’enigma di Twiggy -, con la sua ambientazione fiorentina e gli inevitabili nuovi batticuori, non ha certamente aiutato a chiarire l dubbi, più o meno giustificati, del pubblico.
“Capita all’uscita di ogni romanzo della serie. E, ogni volta, mi domando se non sia finalmente arrivato il momento di liberarmi di lei”, racconta Lizzie Rust. “Prima dell’Enigma di Twiggy ci stavo pensando seriamente. Adoro Priscilla e a lei devo moltissimo, ma non so quanto questo continuo gioco di specchi possa giovare, alla lunga, alla nostra ‘relazione professionale’. Priscilla, per me, è diventata una vicina di scrivania – quella che si veste sempre meglio di te, la ragazza brillante con una scorta inesauribile di storie da raccontare e l’aria di una che è appena tornata da un weekend favoloso, chissà poi dove”.
Che poi è come si sentirebbe chiunque se si trovasse a lavorare con lei…
“Macché. L’unica vera passione che condivido con Priscilla è quella per i viaggi. E per la moda. E per l’arte. Va bene, non è poco – ma non è nemmeno tutto”.
E che cosa le invidia?
“La sfacciataggine. E la capacità di lasciarsi andare, di distruggere e ricostruire. Si pensa sempre che siano i personaggi a somigliare agli scrittori, ma ho sempre pensato che le cose funzionino esattamente al contrario. Priscilla ha pochissimo di me – e il coraggio di fare quasi tutto quello che io non ho mai ritenuto possibile”.
Priscilla è mai davvero riuscita a sconfinare nella vita reale?
“Mi piace credere che senza Priscilla non avrei mai finito l’Enigma di Twiggy... ma forse la sto sopravvalutando. Il merito è tutto di Firenze. Ci sono rimasta per pochi giorni, ma ho fatto tesoro di ogni scorcio e di ogni incontro. Non sono momenti che dimenticherò facilmente”.
Si è parlato molto, in effetti, di una sua presunta fuga romantica.
“Si parla troppo. E quasi sempre a sproposito”.
E ci sarebbe anche un ritratto…
“Il famigerato ritratto! Com’è la storia? Dipinto in un pomeriggio. Anzi, al tramonto. Dipinto nella luce tremula del tramonto da un amante appassionato ma già perduto. Un pittore apparso dal nulla per strapparmi il cuore. Devo ammetterlo, nemmeno Priscilla sarebbe riuscita a fare di meglio”.
Forse no, in effetti. Ma forse, ancora una volta, Lizzie Rust sta scegliendo con la consueta cura che cosa farci sapere davvero. Che l’unica, autentica depositaria del segreto sia proprio Priscilla? Non ci resta che mettere in borsa L’enigma di Twiggy e lasciarci travolgere, per l’ennesima volta, dal piglio irresistibile della sua protagonista.
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Ma… chi è davvero Lizzie Rust?
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