Dunque, ho scoperto dell’esistenza delle Baby Box da una ragazza meravigliosa che seguo su Snapchat – @lavladina, andate e amatela – e che vive in Olanda. In Olanda, come in numerosi altri paesi più o meno scandinavi, lo stato recapita al domicilio delle future mamme uno scatolone pieno zeppo di roba che potrà servire al bambino o alla bambina nelle prime settimane di permanenza sul nostro pianeta. Una specie di scialuppa di salvataggio con l’occorrente di base per rispondere alle esigenze primarie della prole, pensata per dare una mano ai genitori e garantire una serena transizione delle creature dal grembo materno al mondo esterno.
Dai, ma che bello, ho subito pensato.
Che saggezza, che trovata funzionale.
Ascoltando la mia amica, poi, mi sono resa conto che riprodursi in Olanda non è sempre un susseguirsi di meraviglia, regali e pace, ma la faccenda della Baby Box mi aveva impressionato molto. Mi sono rivista al nono mese di gravidanza, mentre scrivevo su Google roba tipo “neonato cosa serve all’inizio” e buttavo aggeggi a caso in sedici diversi carrelli virtuali, in preda all’angoscia che solo il sospetto di non essere all’altezza può regalarti.
Qualche tempo fa, però, Mukako mi ha gioiosamente proposto di fare un giro dalle loro parti per collaudare lo store e dare un’occhiata alla loro “riedizione” della Baby Box – ispirata alla versione originale inventata in Finlandia nell’ormai lontano 1938 e sopravvissuta con crescente successo fino ai giorni nostri. Cesare ormai è cresciutissimo per una Baby Box ma, grazie alla GRANDIOSA esperienza accumulata sul campo, sono decisamente nelle condizioni di valutarne una. E ho pure un’amica che aspetta, mi metto avanti coi doni – invidiandola pure un po’. In questo caso, infatti, non posso fare a meno di prorompere in un PERBACCO MI AVREBBE FATTO COMODO PERCHÉ NESSUNO ME L’HA REGALATA QUAND’ERA IL MOMENTO.
Mukako propone diverse Baby Box – tutte assemblate con la benedizione e il supporto dell’associazione Semi per la SIDS -, più o meno accessoriate. Io ho scelto la versione base – perché ad aggiungere siamo bravi tutti, è la sintesi che è complicata – e, frugandoci dentro, mi ci sono ritrovata parecchio. Vi rimando all’elenco puntualissimo degli articoli ma, per cominciare, direi che c’è praticamente tutto: pannolini, salviettine, pasta lenitiva, bagnoschiumino, body, canottiere, bavaglini per allattamento e dentizione, massaggiagengive, succhietti, un carillon. Tutta roba che ho usato, che mi sarebbe servita e che penso potrebbe servire a chiunque.
Baby Box a parte, Mukako è un bel posto. Lo store è diviso in tre macro-sezioni: prima infanzia – categoria che contiene all’incirca tutto lo scibile umano, dai passeggini alle lucette musicali per sconfiggere il terrore dell’oscurità, dai pannolini ai piattini per la pappa -, giocattoli – ripartiti per età e per categorie “funzionali”, tipo balocchi per lo sviluppo motorio, per quello cognitivo e per il gioco simbolico – e bellezza – sia per la mamma che per la cura degli infanti. Lo shop promette consegne in 24 ore… e non mente.
Che cosa ho scelto? Indumentini.
Perché non so come funzioni negli altri nidi, ma nel nostro partono maglie e pantaloncini come ridere. Sì, mamma, l’abbiamo cambiato perché una briciola di pane gli è accidentalmente precipitata addosso. Ah, mamma, l’abbiamo cambiato perché si era rovesciato una goccia d’acqua su una manica. Meglio così, ci mancherebbe, ma è da un mese che vivo nel terrore di esaurire le scorte d’abbigliamento. E non è una fobia campata per aria, ho solidissimi dati empirici: quando lo vado a prendere, molto semplicemente, non lo ritrovo mai vestito com’era alle nove del mattino. Mai. E devo continuamente rifornire l’asilo di roba pulita, etichettata e ben piegata. Quindi niente, sento il bisogno di prendergli dei vestiti ogni dieci minuti. E quelli di Mukako sono assai carini. Dove ci sono dinosauri c’è il bene, si sa.
Vado ad applicare pratiche etichettine adesive sulle adorabili magliette nuove di Cesare – visto che oggi è stato rispedito a casa per defecazione troppo esuberante con una valigia di roba da lavare – e faccio spazio nell’armadio per la Baby Box in attesa del lieto evento. Sarà un regalo un po’ spoilerato, è vero. Quando ti nasce un figlio, però, di sorprese ne arrivano già in abbondanza. E un dono rassicurante ci vuole, almeno per cominciare.
🙂