Riemergo da uno dei miei periodici tunnel della tribolazione – fatti di letture preziose e apprezzatissime ma decisamente poco spensierate – con una nuova ragazza di Alessia Gazzola. Le chiama così anche lei, “le mie ragazze”. Cosa tendono ad avere in comune? Una spiccata propensione alla risoluzione di misteri, un certo disallineamento rispetto alle aspettative codificate, una gestione ingarbugliata ma anche assai comprensibile dei sentimenti e pochissima voglia di dar retta a chi amerebbe arginarle. Beatrice Bernabò – la Miss Bee di questa nuova serie… perché sì, sarà una serie dal ritmo d’uscita in libreria anche piuttosto serrato – è fiera portatrice di tutti questi tratti, pur collocandosi in circostanze spazio-temporali diversissime rispetto a quelle delle altre ragazze di Alessia.
Beatrice è figlia di un docente di italianistica che ha accettato un incarico a Londra – un po’ per sottrarsi ai pettegolezzi e un po’ perché non è molto incline a parteggiare per il fascismo. Siamo nel 1924 e il clan Bernabò pare aver ormai trovato una nuova patria, anche se la scarsità di risorse economiche non può certo spalancare loro le porte dei salottoni più in vista. Clara, la maggiore, ha sposato un LOCAL che lavora nella finanza, Beatrice si industria a confezionare splendidi paralumi in soffitta e coltiva una tresca clandestina col ricco rampollo che abita dall’altra parte della strada e Lucilla, la più piccola, si gode le attenzioni – per quanto intermittenti – delle sorelle. Tutto cambierà quando, invitata a casa del “suo” Kit per una serata conviviale, Beatrice si troverà coinvolta in un’indagine intricata, tra miniere indiane, speculazioni, segreti di famiglia e nobiltà purissima ma squattrinata.
Come da tradizione, Miss Bee – in libreria per Longanesi – è un delizioso mix di giallo e questioni di cuore. Beatrice non potrà fare a meno di ficcare il naso nel caso, un po’ per tentare di difendere il ragazzo che ama e un po’ per indole riottosa. Ma vogliamo accontentarci di Kit? Giammai. Beatrice si imbatterà in un detective che non nutre alcuna simpatia per l’aristocrazia e in un aristocratico da manuale – e dalla pessima reputazione. Insomma, non potrete fare a meno di tifare. Alessia beneficia senz’altro di un immaginario consolidatissimo e gestisce l’ambientazione con misura e abilità. L’indagine allarga la storia con la necessaria dose di sorprese e i tre marmittoni offrono materiale di dibattito. Sono curiosa di scoprire cosa il futuro riserverà a Beatrice… e sì, ci voleva. Alessia è stata spesso per me una piacevolissima e felice parentesi di intrattenimento ben confezionato e Miss Bee è apparsa proprio al momento giusto, come spesso capita ai testimoni-chiave. 🙂
Ah, qua team Scotland Yard. Lo dichiaro.