Che l’unico vero strumento a nostra disposizione sia la predisposizione a dubitare delle circostanze che strutturano il nostro mondo? In questa raccolta di auto-fiction tra realtà, media e incastri relazionali, Jia Tolentino convoglia verso i nostri cervelli sovraccarichi più domande che risposte… il che, credo, fa parte del gioco e contribuisce anche a definirlo.
Dal perché Internet sia diventato un posto (anche) mostruoso all’isteria collettiva per i matrimoni, dalle truffe a misura di millennial alla mania per l’ottimizzazione (che si riflette anche su quello che scegliamo di indossare o sull’insalata che ordiniamo per pranzo), Trick Mirror – uscito in italiano per NR Edizioni nella traduzione di Simona Siri – è una riflessione che parte dal personale per illuminare i nodi più problematici delle nostre illusioni collettive.
Che panzane ci raccontiamo per autoassolverci dalle mancanze che conosciamo fin troppo bene ma scegliamo di sorvolare per comodità, convenienza, appartenenza e ipotetica virtù? L’autoinganno – in cui anche l’autrice si riconosce come parte del “problema” – diventa una specie di strategia di sopravvivenza in un contesto di ingarbuglio estremo, in un’epoca fluida, spinosa e densissima in cui soldi, immagine e identità sono leve preziose ma anche tagliole affilate. Sceglieremo, in ultima istanza, di dare retta allo specchio che ci restituisce il riflesso più lusinghiero?