Dunque, Walter Fontana per me – e sospetto per la mia generazione nel suo complesso – è stato il genio che ci ha donato Frattale e Carcarlo Pravettoni, tanto per citare i miei personaggi preferiti di quell’epoca SONTUOSA di Mai Dire Gol. Già lì si perculavano con immensa creatività i tic aziendali e le gloriose megastrutture, i rapporti surreali tra umili impiegati e onnipotenti dirigenti, i dispetti da scrivania e le iniquità macroscopiche che avvelenano l’aria di ogni ufficio. Di libri suoi, però, non ne avevo ancora letti… ma il mio cammino di redenzione è iniziato ed eccoci qua con L’uomo di marketing e la variante limone, che sono particolarmente felice di aver approcciato in versione audio su Storytel – il libro è riapparso da Bompiani in una nuova edizione con un piccolo expansion-pack. Nell’audiolibro troviamo Fontana che ci legge prefazione e postfazione, mentre la narrazione complessiva è affidata a Luca Ravenna – voce adattissima.
La freschezza “contenutistica” è sorprendente e, per un libro uscito originariamente nel 1995 che ambisce a fare dell’umorismo su un’epoca e su un contesto molto specifici, il fenomeno sconfina nel prodigioso. Fontana ha a lungo militato in blasonate agenzie pubblicitarie e questa storia – che un po’ è un racconto corale e un po’ è uno studio antropologico – ci colloca tra i due fuochi “classici” dell’orrida dinamica. Da una parte troviamo il cliente – colossale conglomerato che ha un nuovo detersivo al limone da lanciare – e dall’altra creativi, account, copy e tutto il cucuzzaro che costituisce un’agenzia. Riusciranno i nostri eroi a mettere insieme una campagna per Bello Bellissimo Lemon Lemon o soccomberanno senza rimedio alla fumosità del brief e ai continui ripensamenti del cliente? Il resoconto che Fontana ci offre era e resta di un’accuratezza dolorosa – verso il terzo “siete dei geni e vi facciamo tantissimi complimenti ma non ci siamo ancora” ho manifestato una gamma completa di gastriti e tic psicosomatici -, anche se si comunica via fax e non ci sono slide spettacolari da proiettare.
Al caso di studio di Bello Bellissimo, Fontana alterna dialoghi al baretto in pausa pranzo e struggenti riflessioni impiegatizie. Si parla di soldi, di processi decisionali demenziali, di intoppi, di gerarchia, di carriera, di colleghi e del quotidiano sforzo per darsi un contegno, pur sapendo perfettamente di essere dei cialtroni – se non proprio delle canaglie conclamate. Si ride assai e, anche nei frangenti più surreali e grotteschi, ho il grande onore di comunicarvi – nonostante i tanti anni che ci separano dal ‘95 – CHE È TUTTO VERO. È COSÌ CHE VA. SUCCEDE SUL SERIO. E mai più guarderete un flacone di detersivo con gli stessi occhi.
[Come ogni volta che vi segnalo un audiolibro, vi segnalo anche la possibilità di collaudare Storytel. Qua trovate un periodo di prova gratuito di 30 giorni.]