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Ci siamo. Lo so, l’immagine di copertina di queste guide ai doni di Natale editorial-letterari diventa di anno in anno più grottesca, ma dispongo di un senso dell’umorismo davvero elementare e mi basta pochissimo per divertirmi. Parto con la solita tiritera delle premesse metodologiche.

Cosa troverete in questo listone? Le strenne. Le strenne si configurano come idee-regalo efficaci perché sono libri dal perimetro tematico molto chiaro e perché sono tendenzialmente degli oggetti “belli”. Insomma, edizioni curate che offrono una buona risposta a un interesse dichiarato e manifesto. Ogni anno faccio il possibile per coprire un ampio ventaglio di argomenti ma, in quanto frutto di una selezione soggettiva, tendono a finirci inevitabilmente dentro delle proposte che rispondono anche alle mie fissazioni e alle mie curiosità. Mi auguro possano coincidere con quelle delle persone a cui vi va di fare un regalo… o con le vostre.

Al fondo del post troverete ulteriori collegamenti per esplorare le liste degli anni passati e vi esorto a spulciare ben bene anche gli eventuali paragrafetti che concludono le singole “schede”, perché anche lì troverete suggestioni e indicazioni aggiuntive. Non sono stata lì a contare, ma quella di quest’anno è largamente la lista più nutrita che mi sia capitato di comporre. Spero possa essere d’aiuto.

[Sì, la lista contiene dei link di affiliazione. Nulla vi vieta di prendere nota dei titoli e di andare a procurarveli nella vostra libreria di fiducia o nei luoghi che frequentate abitualmente, ci mancherebbe altro.]

Procedo.


Hjörleifur Hjartarson & Rán Flygenring
Il libro segreto degli elfi d’Islanda
IPERBOREA

Traduzione di Silvia Cosimini

Per chi ha già esplorato gli sconvolgenti paesaggi vulcanico-ghiacciati e per chi continua a sognare d’andarci, una mattissima ricognizione di un pezzo molto significativo del folklore islandese: gli elfi. Che fanno, dove si nascondono, come interagiscono con gli esseri umani, di quali prodigi o iatture sono responsabili. Un curiosissimo viaggio che mescola racconto, illustrazione, meta-contributi, epoche e registri diversi per coltivare miti e comprendere come continuino a persistere nella storia culturale del presente.

Paesaggi gelati e incontri che squarciano il velo della realtà? Possiamo orientarci anche su Susanna Clarke – già dal mondo acclamatissima per Jonathan Strange & il signor Norrell (stupendo) e per Piranesi (lo dovrei leggere ma non ci sono ancora arrivata). Anche Il bosco d’inverno (Fazi) fa parte del medesimo universo e racconta di una ragazza inquieta – come tutte le sante – che comprende meglio la natura e le bestie di quanto capisca le persone. È smilzissimo ma deliziosamente illustrato e sia per formato che per copertina ricorda le fiabe di Coralie Bickford Smith.
Altre fantasticherie? L’Ippocampo sta creando una mini-collana illustrata per mappare le entità leggendarie: streghe, fate, mostri, draghi.


Laura Pasquini
Il diavolo | Storia iconografica del male
CAROCCI

La festività che celebra la nascita del Bambin Gesù potrebbe essere quella meno opportuna per presentarsi con un tomo riccamente illustrato che indaga la parabola iconografica del demonio, ma chi sono io per moralizzarvi. Anzi, sono prontissima ad accompagnarvi fino all’Albero della Conoscenza e a indicarvi la mela più matura. Pasquini parte dalla remotissima antichità per approdare al presente e, tra code puntute e lingue di fuoco, ricostruisce il percorso figurativo del diavolo e le molte facce che nel corso dei secoli ha deciso di “indossare” per tentarci. Una magnifica panoramica per il più temibile degli avversari.

Un corollario? Di diavoli Gustave Doré ne ha sicuramente raffigurati parecchi… e non solo nel “suo” Inferno dantesco. Per ritrovarli e per esplorare il vasto rapporto di Doré con il mitologico e il fantastico c’è un volumone notevole uscito per l’Ippocampo.


The Christmas Book
PHAIDON/MARSILIO ARTE

Tradizione, folklore, immaginario pop, giocattoli, addobbi, abeti, pacchetti, renne, musica… il Natale è un costrutto multiforme in cui convergono usanze, fede, riti turbocapitalistici e speranze umane d’ogni sorta. The Christmas Book – ideato da Phaidon e pubblicato qui in Italia in una co-edizione con Marsilio Arte – ambisce a raccontarci che cos’è (e che cos’è diventato) il Natale a partire da una sterminata molteplicità di contributi visivi commentati, dalla storia dell’arte alla pubblicità, dal cibo ai riti collettivi.


Giulia Depentor
Dinastia | Alla ricerca della tua storia di famiglia tra segreti e misteri
FELTRINELLI

La ricerca autoriale di Giulia Depentor si è in prevalenza concentrata sui cimiteri e sulla valenza culturale dei riti funebri. Non sarà un tema particolarmente festoso, va bene, ma è senza dubbio curioso e ricchissimo di spunti, storia e sorprese. Anche Dinastia si occupa di memoria, incoraggiandoci però a ricostruire le gesta dei trapassati attraverso gli strumenti della genealogia e parecchio spirito investigativo. Insomma, in questo libro troverete Depentor che va volenterosamente alla ricerca dei suoi avi ma anche una guida pratica per far luce sulla vostra storia “dinastica”.


Jens Andersen
Lego | Una storia di famiglia
SALANI

A Ole Kirk Kristiansen, falegname di campagna, dobbiamo molte gioie, anche se la “sua” Lego era incomparabilmente più piccola di quella che conosciamo oggi. Tutto inizia in Danimarca nel 1934 e, tra innovazioni, invenzioni geniali e abbondante spirito d’adattamento, nasce un impero – rigorosamente fatto di mattoncini. Questo libro, autorizzato e benedetto dagli stessi Kristiansen, ricostruisce la storia delle tre generazioni che hanno contribuito al successo planetario della Lego, tra cronaca aziendale e saga di famiglia.


Sofia Coppola
Archive
MACK BOOKS

Dalle Vergini suicidePriscilla, questo tomone poderoso – curato dalla stessa Coppola – raccoglie i materiali più significativi che hanno accompagnato la regista durante la produzione dei suoi film. Alla conclusione di ogni lavoro, Coppola inscatolava tutto quello che le era servito in fase di sceneggiatura, riprese, definizione della scenografia, costumi, bozzetti, foto scattate sul set e memorabilia di ogni genere. Ecco, dopo aver accumulato parecchi scatoloni, ha deciso di aprire il suo notevole archivio e di riorganizzare i reperti più salienti in questo libro.

E in italiano cosa c’è? Potete orientarvi felicemente su Sofia Coppola: Forever Young di Hannah Strong, uscito per Il Saggiatore. 


Kate Strasdin
Il diario di Mrs Anne Skyes | Una vita in abiti e stoffe
FELTRINELLI

Traduzione di Mariagiulia Castagnone

Strasdin è una storica della moda e, nel 2016, ha ritrovato in fondo a un vetusto baule un album unico nel suo genere. Iniziato nel 1838 da una giovane donna inglese assai meticolosa, l’album conteneva numerosissimi scampoli di stoffa “commentati”. Tra annotazioni biografiche, viaggi, coordinate spaziotemporali e occasioni mondane ben catalogate, Strasdin ha studiato a fondo l’album per ricomporre in questo libro la parabola personale della sua proprietaria e lo spaccato sartorial-sociale di un’epoca intera.

Vogliamo intripparci ulteriormente con orditi, trame e filati? Da Gribaudo trovate anche La grammatica dei tessuti di Michela Finaurini. Potrebbe interessarvi un’incursione negli archivi inestimabili del Musée de l’Impression sur Étoffes di Mulhouse – già luogo di pellegrinaggio per chiunque crei abiti? Ci ha pensato Taschen con i due volumi di The Book of Printed Fabrics | From the 16th century until today
Ulteriore corollario: ci sono persone di vostra conoscenza che vogliono approcciarsi al lavoro a maglia? Perfetto, qua c’è Knit, knit, knit! di Sara Menetti (Feltrinelli), un manuale illustrato sull’arte di sferruzzare. Volete imparare a rammendare a livello squisitamente pratico ma volete anche assimilare i valori filosofico-conservativi legati al rammendo? C’è Con ago e filo. Un manuale per rammendare abiti, abitudini e cuori di Sonya e Nina Montenegro (Quinto Quarto).


Camilla Sernagiotto
Senza scadenza | L’intramontabile packaging made in Italy
ULTRA

Per il Team Nostalgia e per chi ama esclamare “ah, ai miei tempi saltavamo i fossi per il lungo!” ma anche per chi nutre un più che legittimo interesse per il packaging e per la grafica commerciale, Senza scadenza è un’avvincente enciclopedia visiva dei prodotti più caratteristici della storia industriale italiana.

Delle amarene Fabbri vi intriga più il lettering che la confezione? Non c’è problema, pure quello è assolutamente fondamentale e potrete approfondirne numerosi aspetti in Thinking with type. Tipografia e progettazione grafica: una guida critica di Ellen Lupton per Quinto Quarto.


Fornasetti | Memorie del futuro
ELECTA

La bellezza devastante dell’immaginario fornasettiano non ha bisogno di particolari presentazioni. Piero fonda il marchio negli anni Quaranta e Barnaba, il figlio, ne raccoglie l’eredità, valorizzando gli archivi paterni e traghettando il marchio verso i vasti orizzonti internazionali. Tra arte, design, fantasia originalissima e soluzioni disallineate, quello di Fornasetti è un universo creativo unico. Questo librone è un po’ il “greatest hits” del marchio, una retrospettiva museale sfogliabile e anche un buon premio di consolazione, visto che le seggiole con lo schienale a forma di capitello io non me le posso ancora permettere anche se le amo di un amore puro, sconfinato e assoluto.


Matthew Shindell
La luna. Miti, scienza e mappe
EINAUDI
Traduzione di Daniele A. Gewurz

I Saggi Einaudi hanno una gabbia molto riconoscibile e codificata. Sì, sono dei libroni rigorosi e spesso sono accompagnati da apparati iconografici d’eccezione, ma capita molto di rado di imbattersi in un esemplare di questo tipo, sia per formato che per veste grafica “indipendente”. La luna è un compendio eclettico del sapere astronomico accumulato dall’umanità a proposito del nostro nobile satellite ma anche un viaggio nella leggenda e nel mito, una spedizione – corredata da mappe e da un notevole dispiegamento di forze visive – fatta di scienza, storia, arte e suggestioni popolari. Tifo indiavolato per i Saggi fuori formato.


Elizabeth Stamp
150 librerie da vedere almeno una volta nella vita
24ORE CULTURA

Qua vorrei dire SENTI ELIZABETH FAREMO IL POSSIBILE POTRESTI ANCHE NON METTERLA GIÙ COSÌ PERENTORIA ma la verità è che vorrei prendere in mano questa guida ragionata delle librerie più piacevoli e avvenenti del mondo e salire sulla prima metro per Linate. Turismo bibliofilo, ce lo meriteremmo.

Orizzonti geografici leggermente meno ambiziosi ma comunque suggestivi? C’è Andare per i luoghi dell’editoria di Roberto Cicala per “Ritrovare l’Italia”, meravigliosa collana del Mulino che molte peregrinazioni mirate potrebbe ispirare.


Peter Brown
Il robot selvaggio
SALANI

Traduzione di Dida Paggi

Non infilo quasi mai della narrativa-narrativa nei listoni delle strenne perché quelli sono suggerimenti che rispondono a tutto un altro ordine di criteri, per quanto mi riguarda. Può accadere nel caso di edizioni speciali di particolare pregio – spesso per i classici – o per libri che penso contengano una lucina eccezionale che può davvero far bene in maniera indiscriminata praticamente a tutti. Il robot selvaggio ci ha trasformati in fagotti singhiozzanti al cinema, ma vi farei volentieri notare che la storia comincia da qui. Per chi ha amato il film e vuole il libro da coccolare ma anche per chi non sa niente del film e ha semplicemente bisogno di una storia dotata di cuore.


A cura di Maria Luisa Frisa
I racconti della moda
EINAUDI

Mentre continuiamo a gridare NON È AZZURRO È CERULEO!11!!1 e cerchiamo di capire perché all’improvviso dobbiamo tutte quante rimetterci i mocassini, la moda sta già pensando a come dovremo vestirci l’anno prossimo. Di moda si parla per strada, nei camerini, sulla stampa più o meno specializzata, in ogni più remoto angolo dei social, alle conferenze sul clima, nei consigli d’amministrazione e nelle aule universitarie. Vuoi che non se ne parli nei libri? Frisa raccoglie in quest’antologia “tematica” una selezione di racconti – decisamente illustri -, contributi e inchieste che ben si collocano in uno dei tanti vortici propulsivi che rendono la moda una forza viva, pronta a investirci con la sua carica estetica, artistica e sentimentale.

Bonus track: Alessandro Michele che dialoga con Andrea Coccia e ci spiega da dove vengono tutti gli incantesimi che in questi anni ha disegnato.


A cura di Michela Dentamaro
Crear sé stessa – Vol.I | Storia della moda raccontata dalle scrittrici

RINA EDIZIONI

Restiamo nel territorio della moda con un altro progetto antologico davvero fascinoso, frutto di un lavoro improbo d’archivio e arricchito dalla prefazione di Olga Campofreda, da numerose illustrazioni originali e da un inserto cartamodellistico. Questo primo volume (a cui ne seguirà un altro) raccoglie una selezione di scritti e articoli di moda firmati da autrici italiane usciti dagli anni ’70 dell’Ottocento agli anni ’20 del Novecento. Sibilla Aleramo, Mara Antelling, Contessa Lara, Rosa Genoni, Marchesa Colombi, Olga Ossani, Matilde Serao… tutte si sono cimentate con il racconto di stili, tendenze, abbigliamento e muliebri occupazioni. I giornali “da donna” erano relegati ai gradini più bassi della catena alimentare e giudicati privi di una vera rilevanza culturale – che novità, vero? – ma hanno configurato uno spazio d’azione inedito per l’affermazione professionale delle voci femminili, trasformandosi anche in un’arena di riflessione autentica sulla condizione della donna nella società. Testimonianze preziose e rivelatorie, che possono continuare a parlarci anche oggi.


Nick Pachelli
The Tennis Court | A Journey to Discover the World’s Greatest Tennis Courts
WORD UNITED

Dunque, da quando me lo sono regalato in settembre non pare sia uscita un’edizione italiana, ma facciamo che siamo tutta gente di mondo e possiamo apprezzarlo lo stesso. The Tennis Court è un progetto fotogiornalistico che raccoglie circa 200 ragguardevoli campi da tennis, che Pachelli ritrae e descrive dagli angoli più imprevedibili del pianeta. Ci sono gli stadi degli Slam ma anche i circoli celebri, i campi geograficamente remoti e i più insoliti. Il risultato è una celebrazione visiva del tennis come luogo d’incontro, impresa sportiva e atto estetico. Beccati questo, padel.

Altri suggerimenti per rallegrare chi apprezza questo sport? Il tennis come esperienza religiosa di David Foster Wallace, il tomone principesco che Roger Federer ha composto con Assouline come biografia visuale della sua carriera, un abbonamento al Tennis Italiano – storica rivista mensile ben rilanciata da Fandango -, Open di Andre Agassicosì non m’accusate di dimenticanze illustri e Vite brevi di tennisti eminenti di Matteo Codignola (Adelphi).


Miranda Smith
Un dinosauro al giorno
NORD SUD

Non ho la minima intenzione di confinare i dinosauri alle proposte editoriali per l’infanzia, soprattutto se possono farci compagnia per 365 giorni in tutta la loro multiforme varietà. Questo atlante illustrato ci farà fare amicizia, scheda per scheda, con un dinosauro al giorno per un anno intero. Sì, ne scoprirete di nuovi. Sì, quelli che già amate verranno a salutarvi.

Saggistica divulgativa in area dinosauresca? Vi rammento volentieri Steve Brusatte e il suo Ascesa e caduta dei dinosauri (UTET) o La storia della vita in 25 fossili di Donald R. Prothero (Aboca Edizioni). Oppure Dinosauri eccellenti. Da Ciro a Sophie, storie di celebrità estinte di Willy Guasti (Gribaudo).


Riccardo Falcinelli
Visus | Storie del volto dall’antichità al selfie
EINAUDI

Falcinelli prosegue nella sua godibilissima e autorevole operazione visivo-divulgativa con Visus, un’indagine (supportata dal consueto e abbondante apparato iconografico) sulla rappresentazione del volto in arte, scultura, fotografia e “nuovi” mezzi. I modi che scegliamo per raffigurare qualcosa sono sempre il prodotto di un contesto storico, di una deliberata decisione simbolica e di obiettivi precisi. E leggere le immagini con gli strumenti giusti non può che aiutarci a decodificare il mondo.

Cos’è uscito prima, sempre a cura di Falcinelli? Cromorama – dedicato al colore e ai suoi significati – e Figure – che decodifica l’immagine con occhio simbolico-compositivo.
Un valido corollario? Volti nel tempo. Una storia del ritratto fotografico (Einaudi) di Phillip Prodger.


Bram Stoker
Dracula
Illustrazioni di Christian Quesnel
L’IPPOCAMPO

Dopo aver ospitato diversi classici illustrati da Benjamin Lacombe, L’Ippocampo sta facendo spazio ad altri artisti, soprattutto sul fronte della letteratura “fantastica”. Disponiamo di Araya, insomma, ma eccoci qua anche con il Dracula di Quesnel – una strenna da manuale.

Altri classici in “belle” edizioni? Sbizzarritevi comodamente con la collana Bur Deluxe – che sembra più un nome da elettrodomestici di fascia altissima, ma tant’è.
Un classico incendiario riproposto in una versione che è anche un bell’oggetto? Eccovi questo Fahrenheit 451 di Bradbury negli Oscar Cult, con il taglio colore e una fascetta da non buttare via dopo tre secondi. Che fa Einaudi? Il classico che torna quest’anno in una nuova traduzione e in versione Supercorallo-cofanetto è I demòni di Dostoevskij (a cura di Manuela Guercetti). Altri cofanetti? Ponte alle Grazie ha riunito Il racconto dell’ancella I testamenti qui, mentre E/O ha appena sfornato quello della quadrilogia dell’Attraversaspecchi – vi segnalo l’oggetto con fini di solerte informazione, perché io non mi sono mai imbarcata nella lettura – e trovate sempre anche i sei volumi della saga di Blackwater di McDowell per Neri Pozza.


Mariano Tomatis
Il mio libro di magia
TLON

Mariano Tomatis è un prodigio. Non avrei altro da aggiungere ma mi sento di produrre comunque un piccolo spiegotto su questa guida. Sì, contiene indicazioni pratiche su come cimentarsi nell’arte dell’illusionismo e propone anche una riflessione valente sul rapporto tra “performance” (più o meno magica) e pubblico di ricezione, per imparare a divertirsi con gli altri all’interno di una relazione di scambio e collaborazione – invece di propendere per l’approccio della presa per il culo. La magia può (e dovrebbe) essere “gentile”? Certo, se si basa sulla ricerca dello stupore e non della mera manipolazione della credulità altrui.

Vi appassionano le figure enigmatiche – e volete proseguire lungo magici sentieri? Francesca Diotallevi ha romanzato Gustavo Rol.


Wudz Factory
1997 | Il libro-game dei misteriosi anni Novanta
WUDZ

Un professore scompare e noialtri dobbiamo trovarlo. Siamo in una cittadina enigmatica e sì, siamo negli anni Novanta – con tutto quello che ne consegue a livello di immaginario musicale, cinematografico, pop e televisivo. Il fatto che un libro che omaggia gli anni Novanta – e che contiene un mistero da risolvere, irto di scelte difficili e decisioni da prendere – assuma la forma di un libro-game che somiglia a una VHS mi sembra più che ragionevole.

Vi piacciono i libro-game? Non posso non ricordarvi con grande affetto quelli di SioJohnnyfer Jaypegg e il tesoro degli alieni commestibili coloratissimiJohnnyfer Jaypegg e il problema dei tre corgi. Se vi è piaciuta la serie di Netflix e al posto dei corgi volete mettere dei corpi celesti, vi ricordo che la trilogia di Cixin Liu – che vale come una laurea onoraria in astrofisica – è disponibile anche in un unico volumone.


Sylvanian Families
Il mondo di Sylvanian Families
NORD SUD

Visto che abbiamo lambito l’Area Nostalgia, ne approfitterei per traslocare nel coccoloso universo delle Sylvanian Families, meticolosamente mappato ed esplorabile in ogni suo più recondito anfratto grazie a questo illustratone ufficiale. Sono più che sicura che al timone dell’azienda che produce queste bestioline da tempo immemore ci siano le bestioline stesse, che si fingono inanimate solo per confonderci.

Bonus track: c’è anche il libro gemello con gli adesivi e un’ambientazione natalizia molto garrula.


Ilide Carmignani – Elena Battista
Saltare nelle pozzanghere
Illustrazioni di Anna Godeassi
RIZZOLI

Imbattersi in uno di quei famigerati termini intraducibili dovrebbe essere l’incubo di ogni traduttore o traduttrice, ma Carmignani e Battista hanno deciso di prenderla con filosofia e hanno collezionato qui, attingendo dalle lingue straniere più disparate, una dadolata di parole “dense”, composite e guizzanti che, pur non avendo un diretto corrispettivo in italiano, hanno l’ambizione di catturare la felicità.

Vogliamo fare irruzione nello studio di una traduttrice? C’è Silvia Pareschi che ci invita volentieri nel suo.


A cura di Margaret Atwood e Douglas Preston
Quattordici giorni
PONTE ALLE GRAZIE

Traduzione di Guido Calza

Allora, qua c’è una gustosa spiegazione “strutturale” da fornire. Quattordici giorni è un romanzo collaborativo. Anzi, un romanzo che produce una cornice che contiene dei racconti. È stato idealmente paragonato al Decameron, anche perché è ambientato durante la (nostra) pandemia e i personaggi che si riuniscono per raccontarsi delle cose sono tutti inquilini del medesimo palazzo. Siamo a New York e una portinaia appena entrata in servizio trova il “registro” compilato dalla custode che l’ha preceduta, una sorta di cronaca della vita e delle tribolazioni dello stabile. Decide di proseguire l’opera, registrando le storie che i condomini si scambiano per quattordici settimane ritrovandosi sul tetto. Conflitto! Mistero! Dramma! Le storie del volume sono state affidate a penne illustri – tra cui Emma Donoghue, Dave Eggers, Diana Gabaldon, Tess Gerritsen, John Grisham, Erica Jong, Celeste Ng, Meg Wolitzer… Non saprete chi ha scritto cosa, lì per lì, perché tutto contribuisce alla costruzione corale e la curatela di Atwood e Preston assicura fluidità e incastri efficaci.


Feltrinelli ha scandagliato il suo vastissimo catalogo per assemblare due cofanetti prepotentemente regalabili.

Il primo ambisce a fornire le basi per la costruzione di una biblioteca personale ed è stato battezzato Ritratto del lettore da giovane. 10 libri per affacciarsi al mondoIl secondo risponde al nome di Amore scuote l’anima mia. 10 libri per leggere il proprio cuore ed è zeppo di classici che esplorano il sentimento amoroso.


Un angolino per prodotti che non son proprio dei libri-libri ma possono esservi utili per organizzare quello che leggete o la vostra esistenza? Eccoci!
Il reading journal escogitato da Ilenia Zodiaco è qua. Mentre qua c’è quello progettato da Blackie Edizioni – nel loro territorio trovate pure l’agenda 2025. Un’altra agenda letteraria? C’è sempre quella di Clichy.
Ve lo dico un giorno sì e l’altro pure ma per amor di completezza ribadiamolo: si possono donare anche gli abbonamenti a Storytel.

Non avete trovato niente di utile? Potrei scusarmi per non aver perfettamente mappato tutto lo scribile umano e potrei dispiacermi per non essere stata d’aiuto. Ma potrei anche dirvi:

Abbiamo finito? Abbiamo finito, ma vi piazzerei qua le edizioni passate dei listoni natalizi – che è anche un osservatorio interessante a livello “macro”:

Qui c’era una lista dedicata ai piccoli e alle piccole, anche. Se cercate narrativa, fumetti e saggistica e avete bene in mente gusti e inclinazioni potete spulciare con gioia la sezione libri, mentre qua nella vetrina c’è (quasi) tutto quello che man mano leggo, segnalo o ho approfondito sul blog.

Non litigate coi parenti e se vi sembra di non essere capaci di fare i pacchetti pensate sempre ai miei. Sono più brutti dei vostri, ve lo garantisco.
Felici doni libreschi e grazie ancora per l’attenzione. :3

Ebbene, l’eterno ritorno della settimana del Salone sta per investirci con tutta la sua dirompente potenza. Il sindaco ha profetizzato ingorghi e traffico, ma ce la caveremo egregiamente: a Rho Fiera ci si arriva meglio prendendo la metropolitana. E dov’è che vogliamo andare (anche)? Proprio lì. Che cosa succederà di bello quest’anno? Ci sono novità? Appuntamenti peculiari da segnalare? Imprese creative spigliatissime? Mobilio francamente incredibile da ammirare? Temi? Correnti? Idee? La risposta generale è SÌ MOLTO. La risposta precisa è ecco qua una guida sintetica e funzionale all’edizione 2024 del Salone del Mobile. Spero vi tornerà utile per razionalizzare visite, scovare tesori inattesi e orientarvi meglio nella miriade di proposte a disposizione.
Procedo?
Procedo.

LOGISTICA DI BASE

Dal 16 al 21 aprile il Salone del Mobile vi attende a Rho Fiera con i suoi 1900 e passa espositori internazionali.
Qui trovate le informazioni principali per spostamenti, biglietti e orientamento.
Qui si può scaricare l’app ufficiale che vi aiuterà a pianificare i giretti e a navigare i padiglioni grazie a una mappa interattiva. Potrete anche contrassegnare gli stand da visitare – e l’app vi consiglierà il percorso più efficace per arrivarci – e creare un archivio/promemoria dei pezzi che più hanno catturato il vostro interesse, fra i numerosi che troverete dotati di QR code d’approfondimento. Inoltre, mostrando il vostro biglietto (disponibile in app) agli ingressi dei vari stand, a fine fiera riceverete un video showreel che ricapitolerà tutti gli espositori a cui avete fatto visita.

 

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La novità grande di quest’edizione? Gli spazi sono stati completamente riprogettati, razionalizzati e “umanizzati” – è il caso di dirlo. Gli espositori saranno raggruppati per aree tematiche ben discernibili, i percorsi sono stati allargati e troverete qua e là anche oasi di quiete e installazioni che vi aiuteranno a “decomprimere”.
Per iniziare a discernere i raggruppamenti tematici, ecco qua un ricapitolone concettuale dei padiglioni.


LE INSTALLAZIONI

Il Salone può diventare in maniera ancora più incisiva un punto d’incontro tra design, cultura e arte? Altroché. Ecco qua le tre grandi installazioni che troverete nell’edizione di quest’anno.

“Interiors by David Lynch. A Thinking Room”
[Padiglioni 5-7]

David Lynch ha saputo immaginare stanze al confine tra realtà e simbolo, dentro e fuori, sogno e materia. Le due stanze “del pensiero” che ha progettato per il Salone – e che sono state materialmente realizzate dal Piccolo Teatro – continueranno ad abitare questo confine affascinante. Cosa ci troveremo, a parte quiete e vuoto? Una poltrona di legno, degli strumenti per scrivere o disegnare, delle nicchie che ospitano immagini enigmatiche, uno specchio, un orologio, dei cilindri di ottone e del doveroso velluto blu. Che ci combineremo? È il mistero che Lynch ci affida.
Vi va di approfondire? Ecco un’intervista ad Antonio Monda, che ha curato l’installazione e può giurarci che Lynch si diverte a piallare il legno.

“Under the surface” – Emiliano Ponzi
[Padiglione 10]

Date un occhio alla vostra libreria e troverete di sicuro qualche copertina disegnata da Emiliano Ponzi. Artista della sintesi e mago dei microcosmi, Ponzi ci invita a visitare un paesaggio sommerso – realizzato con Accurat e Design Group Italia – e a riflettere sull’importanza dell’acqua come risorsa vitale. Stupore scenico ma anche dati sul consumo idrico da lasciar filtrare lungo il percorso, perché unendo meraviglia “immersiva” e data visualization diventa più semplice affrontare anche grandi questioni del nostro tempo.
Per sviscerare meglio l’approccio, ecco qua un’intervista alla squadra creativa.

“All You Have Ever Wanted to Know About Food Design in Six Performances”
[Spazio centrale EuroCucina – Padiglioni 2-4]
Come si fa a riflettere sul cibo? Bisogna disporre di uno spazio per maneggiarlo/prepararlo ma anche di un posto in cui rifletterci su, ascoltando o leggendo chi sta indagando quel che mangiamo in senso storico, economico, spirituale, filosofico, emotivo, materiale. Questa, insomma, più che un’installazione visitabile è una sorta di festival fatto di una “grande” performance giornaliera (dalle 9.30 alle 17.30) e di un palinsesto di talk e interventi collegati che animeranno la Food Design Arena (ogni giorno alle 14.30). L’intero “impianto” è affidato a sei magazine internazionali indipendenti che hanno fatto della cucina e del cibo il loro punto focale. Ve li elenco agilmente qui, lasciandovi anche il link per esplorare la proposta di ogni magazine per questo spazio: Family Style (USA), Linseed Journal (UK), The Preserve Journal (Austria), Magazine F (Sud Corea), Farta (Portogallo), L’Integrale (Italia).

I tre “pilastri” della proposta culturale allargata del Salone, insieme al calendario completo delle tavole rotonde e degli eventi è consultabile qui.


CORRAINI (in fiera e in centro)

Dopo l’ottimo debutto del 2023, il bookshop del Salone sarà affidato nuovamente alle edizioni Corraini (padiglione 14). E sì, un bookshop così io lo considero una meta, un’esperienza suggestiva, un ANDATECI. Lo spirito eclettico, autorevole e giocoso è quello delle librerie che Corraini ha presidiato per anni felicissimi qui in città: in vendita troverete volumi di ogni genere e provenienza dedicati a illustrazione, arte e design – sia per “grandi” che per piccoli -, ma anche riviste, oggettistica, pezzi unici, curiosità, rari reperti, cartoleria e grafiche.

C’è altro? Chiaro. In Piazza della Scala troverete il Design Kiosk, uno spazio-libreria (con assortimento sempre a cura di Corraini) che fungerà anche da campo base del Salone in centro città. Oltre agli stupefacenti prodotti editoriali, infatti, il Design Kiosk ospiterà anche un palinsesto di incontri e conversazioni – gli appuntamenti si possono consultare qui.

Ho finito? Inevitabilmente no. Ma il tantissimo che vi lascio da scoprire ci aspetta allegramente in fiera. Un cuore e felice Salone a noi!

Nonostante la mia scarsa sistematicità e con la matematica certezza d’aver di sicuro scordato entità valentissime, ecco qua una piccola lista di suggerimenti per i vostri regali di Natale. Sono tutti brand medio-piccolini che ho avuto la fortuna di incrociare e collaudare. No, non mi han chiesto loro di finire qua ma ce li sto mettendo con gioia perché ho speso volentieri i miei soldi dalle loro parti o, col mestiere che faccio, ho utilizzato altrettanto volentieri un regalo – finendo molto spesso per diventare una cliente affezionata. Insomma, spero troverete qualcosa in grado di risolvere eventuali dilemmi doniferi… di materiale mi pare ce ne sia. :3

E la lista dei libri per Natale? Arriva. Giuro.
Per ora, felici regali con questo elencone. 🙂


GIZZI

Berretti e accessori sferruzzati a mano su ordinazione. Tutto in lana merino super sofficiona – si può scegliere l’effettiva cicciosità del filo, oltre al colore da una campionatura di ragguardevole ampiezza – o in cotone organico, per i mesi meno rigidi.
Dove? Qua.

 


TIMIDESSEN feat. WOOD’D

Timidessen è un progetto artistico-disfattista che rivista il patrimonio condiviso di iconografia di marca – dai loghi ai prodotti di più larga diffusione – per raccontare lo scoramento contemporaneo. Fa molto ridere… ma fa anche molto riflettere. :3
Timidessen ha già uno shop “suo” – potete trovarci stampe, tazze, t-shirt, poster… – e pure un libro. Di recente, però, ha fatto squadra con Wood’d per sfornare una piccola collezione di accessori per lo smartphone, dalle cover ai porta Air Pods.
Dove? Qua.


EX LIBRIS ROOM

Bibliofile e bibliofili dall’indole un po’ desueta, gli ex libris vivono e lottano con noi. Clara De Lorenzi, graphic designer e illustratrice, ha in questi anni molto contribuito alla causa, disegnandone di bellissimi e costruendo timbri immuni dalle sbavature e magnificamente scenografici. Si possono ordinare quelli “già pronti” o farsene inventare uno personalizzato, sia per soggetto che per lettering.
Dove? Qua.


TATA BORELLO

Bijoux assemblati estrosamente a mano impiegando tonnellate di pietre variopinte e cristalli sbarluccicanti. Sono solidi, fanno una gran scena e si possono stratificare in mille combinazioni. Troverete collane, anelli, orecchini e bracciali declinati in diverse collezioni di frequente aggiornamento e grande creatività.
Dove? Qua.


WILDEN.HERBALS

Tisane, infusi, cibarie e tutto il necessario per godervi una bevanda alla temperatura che preferite. Mi sono sgarganellata tazzoni su tazzoni e, oltre all’innegabile bontà, adoro l’approccio “mirato”: ogni mix erbaceo risponde a uno scopo – darsi una svegliata, riposare meglio, smaltire l’hangover… Trovate tutto sfuso, in bustine e a sacchettate, che fare scorta è sempre utile.
Dove? Ecco.


SAYPAPER

Una mastodontica cartoleria virtuale pronta a soddisfare ogni vostra brama. La selezione è accurata e varia e, oltre ai prodotti “classici”, troverete anche giochi di carta, cornici “alternative”, set pazzeschi da ufficio, carta da lettere e tutto il necessario per scrivere, disegnare e organizzarvi. È proprio un posto felice.
Dove? Qui!


BRILLOCCHY

Un archivio di gioielli vintage pazientemente scovati tra mercatini e antiquari. Sono tutti in oro e pietre preziose – pezzi unici, per forza di cose – e vi arrivano in uno scatolino in velluto rosa degli anni Settanta. Sono esemplari preziosi, ma ogni drop contiene un buon assortimento di prezzi. Un progetto splendido.
Dove? ECCOLY.


SCUPPOZ

Liquori! Amari! Spiriti! Date una qualsiasi radice ritorta a Scuppoz e ci tireranno fuori qualcosa di ottimo da bere. Io devo dichiararmi particolarmente fan della Ratafià, ma non c’è ricetta della tradizione abruzzese che non venga presidiata con onore e sapiente gestione degli ingredienti. Cheers!
Dove? Qui.


SPATÙ DESIGN

La mia fissazione per le ceramichine plasmate e dipinte a mano si esaurirà mai? Spero di no. Uno degli arrivi più recenti sul mio scaffale delle bellezze è uno dei musini fogliolosi di Spatù. Troverete vasi, bricchi, ciotoline, tazze e molta tenerezza.
Dove? Ecco.


LATTE The Label

Intimo minimal ad alto tasso di comodità. Due colori – bianco e nero -, un numero funzionale ma fortunatamente non sconfinato di modelli, tutto prodotto oculatamente in Italia in piccole quantità. Materiale? Fibra di bamboo – confortevole e morbidissima, resiste con inflessibile ardore anche ai miei lavaggi sconsiderati. Mi sto mettendo praticamente solo questi? Sì.
Dove? Qua!


COUCOU SUZETTE

Un piccolo brand francese specializzato in kitsch allegro e accessori strampalati. Troverete calze matte, mollettoni di ogni possibile forma – da quelli geometrici alle papere, dai tulipani ai bulbi oculari – e un assortimento di spillette, gioielli e oggettistica.
Dove? Et voilà!


JIMMY LION

Materiali degnissimi, ottima fattura e ricerca iconografica a dir poco peculiare. Menzione d’onore per i pack tematici e per le capsule cinematografico-pop: calzini di Ritorno al futuro, di Jurassic World e con l’artwork delle locandine di Hitchcock… insomma, vi imbatterete in un vasto orizzonte immaginifico-tessile.
Dove? Qua.


ICCIO

Il laboratorio orafo di Beatrice Pagani è un piccolo scrigno di meraviglie. Pietre dure, coralli, metalli nobili e perle si incontrano in ghirlande di fragoline, pendenti inaspettati e forme perfette. Molti pezzi si possono personalizzare e tutto viene realizzato a mano con certosina maestria.
Dove? Ecco qua.


ADOTTA UNO SCARTO

Che succede quando una storica azienda vicentina di marmi incontra un brillante studio d’architettura? Si trovano nuovi modi per ridare vita agli scarti di lavorazione, tutto quel materiale che quando si taglia una lastra resta “escluso” dal prodotto finale. Che farne? Oggetti di design versatili, pensati per potersi combinare fra loro in una miriade di potenziali geometrie e concepiti con una particolare attenzione alla funzionalità. Dal travertino romano al bardiglio nuvolato – che già è bello da dire, BARDIGLIO NUVOLATO, figuriamoci da vedere -, un magnifico progetto di recupero creativo.
Dove? Qui.


THE GIN WAY

Subscription-box? Eccoci. Uno dei doni credo più riusciti che mi sia mai venuto in mente di escogitare per Cuore: l’abbonamento al gin. Ogni mese vi arriverà uno scatolo con una bottiglia selezionata di produzione italiana (e dimensioni regolamentari, mica le mignon), toniche e bevande per mettere insieme un cocktail, un oggetto “da bar” per assistervi nella preparazione, una ricetta, un magazine e delle cibarie da sgranocchiare.
Dove? Qua.


STUDIO SARTA

Borse fatte a mano a Palermo con materiali d’alta qualità e un felice gusto per la rielaborazione di forme e “componenti” antichi – come la rafia dei secchiellini Pablo. Colori neutri, linee semplici ma di grande impatto e numerose potenzialità per il sereno abbinamento con tutto quello che vi pare.
Dove? Eccoci.


ATELIER HABIBI

Tessuti wax (spesso pezzi unici, rari e non “ripetibili”) provenienti da un archivio personale cresciuto negli anni e confezionati artigianalmente per creare accessori, abbigliamento facile da portare e home decor. Ogni stoffa racconta una storia e risponde a una simbologia ricchissima.
Dove? Qui!


MISSION BAMBINI

Che vi vada di donare una prelibatezza o di fare rifornimento di bigliettini d’auguri, date un occhio alle festose proposte di Mission Bambini. I regali solidali faranno felice un fortunato destinatario ma contribuiranno anche alle attività della Fondazione – come forse già saprete, qua si sostiene con veemenza il progetto Cuore di Bimbi.
Dove? Ecco qua. 

 

Che belle queste robe a cadenza settimanale che poi faccio un po’ quando capita. Che organizzazione, signora mia. Pugno di ferro. Disciplina. Un calendario editoriale fra i più coriacei dell’internet!
Tralasciando le mie difficoltà esistenziali e pianificatorie, però, i desideri non ci abbandonano. Anzi, si moltiplicano e ci assistono. Che cosa sto bramando ultimamente? Ecco qua un po’ di cose.

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Sto entrando prepotentemente in modalità-sandali e/o scarpe pazze per l’estate. Meglio se prodotte da calzaturifici storici della Riviera del Brenta, perché “questo è il luogo dove i maestri delle botteghe artigiane hanno creato le scarpe per Dogi e Principesse” – recita il CHI SIAMO di Pas de Rouge. Dogi e principesse! E pure noi, adesso. La collezione estiva sembra un incrocio fra le scarpe delle guerriere Sailor e una specie di sogno pastelloso pieno di bottoncini e stringhine. Amo tutto e voglio approfondire.

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Orbene, due designer newyorkesi – Jesse Reed e Hamish Smyth – hanno fondato nel 2014 un marchio editoriale indipendente con uno scopo ben preciso: archiviare e conservare pietre miliari della storia del design in modo da poterle rendere disponibili alle generazioni future. Standards Manual propone, dunque, ristampe di manuali grafici di particolare rilevanza e raccolte tematiche che esplorano una specifica corrente estetico-funzionale. Sono libri assurdi, super curati e fascinosissimi. E il NASA Graphics Standards Manual del 1975 mi fa iperventilare copiosamente.
Cioè.

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Ho deciso che il minimalismo non fa per me. Datemi dunque vestitini gonfi, maniche arroganti, gonne voluminose e arricciamenti boriosi di stoffe. Insomma, datemi un po’ tutto quello che c’è sul sito di Le’One.

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Non si sa per quale ragione, ma Lavazza ha deciso di dedicare un’edizione limitata delle sue macchine del caffè Jolie Plus a Star Wars. Ma non solo a Star Wars così, in generale, al Primo Ordine proprio. Il risultato è una macchina del caffè che non credo faccia niente di più di una Jolie Plus normale… ma che di sicuro starebbe bene sul ponte di comando di un sano Star Destroyer.

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Quando ci siamo conosciuti, Amore del Cuore aveva l’abitudine di scarrozzarmi in giro a bordo della MINI decappottabile che condivideva con sua sorella. L’Alice, ai tempi, ha dovuto fare a meno della sua automobile per numerosi weekend – perdonami, Alice! -, perché Amore del Cuore mi portava continuamente al mare, facendomi ascoltare Rino Gaetano a palla e scappottando ogni volta che il clima lo consentiva. Credo sia da lì che è nata l’ambizione di imparare a mettermi dei foulard in testa come una vera signora.

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Il Disney Store mi ha regalato un Funko Pop e sento di volermi abbandonare a un collezionismo sfrenato. Non so perché quei cosini siano così amabili e nemmeno mi capacito del grado di estensione della gamma dei giocattoli disponibili, ma non importa. Prima o poi dovrò cominciare – ma magari non precisamente dalla Diva Plavalaguna, che ormai è introvabile e costa tipo 90 IUROS. Qualcuno è vittima di un pesante invasamento per questi aggeggi? Come ci si comporta? Che devo fare? Quanti ne avete? Pensate di poterne uscire, prima o poi? Perdiamo il senno insieme.

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Avrò desiderato a sufficienza?
Giammai!
Alla prossima puntata – che non so quando capiterà, ma capiterà.
Giuro.

:3

Il mio amore per la cancelleria è vasto è smisurato. Colleziono quaderni troppo belli per essere utilizzati, penne mirabili e graffette a forma di cose assurde – tra cui pinguini e orsi polari. Adoro i bigliettini, gli adesivi, i portamatite e i blocchetti. Rubo pure le biro degli alberghi, ma anche quelle brutte. Perché comunque sono delle biro. E le biro sono il bene.
Di tanto in tanto, poi, vengo travolta dalla necessità di rendere più sistematiche le mie passioni. E mi ritrovo a costruire ordinatissime cartelline di bookmark in cui cerco di far confluire tutto quello che amo da mesi in maniera dispersiva e caotica. Ecco, questo post nasce esattamente dalla nobile esigenza di compilare un affidabile mini-database delle cartolerie online che vorrei monitorare con più attenzione e sensatezza. E visto che il grosso dello sforzo consiste nel ritrovarli, questi benedetti shop o quel che vi pare, buttare giù un elenchino anche qui mi sembrava faccenda di poco conto. La speranza è quella di donarvi emozioni impareggiabili e, magari, di raccogliere anche qualche suggerimento aggiuntivo – a beneficio mio e della collettività tutta.

Pronti?

Pronti.

Ecco un po’ di cartolerie virtuali (più o meno definibili “cartolerie”) che vorrei sommergere di soldi.

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Libri Muti (Slow Design)

Dei Libri Muti avevo già parlato in una Weekly Wishlist, credo – oltre ad aver condiviso su Instagram un regalo bellissimo di Rigadritto -, ma visto che sono incredibilmente meravigliosi mi pare opportuno ribadire il concetto. Che cosa sono i Libri Muti? Sono dei quaderni. Che somigliano a dei libri. Perché sono legati come dei libri. E hanno la copertina. E le pagine di un’ottima carta. Bianche, però. Quindi voi potete prenderli e scriverci dentro quel che vi pare. Quelli di Slow Design – impresa fiorentina di rara saggezza – riprendono le copertine classiche di capolavori letterario-scientifici di ogni epoca e sono oggetti splendidi, oltre che quaderni funzionali e rispettabilissimi.

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Present /&/ Correct

P&C è stato fondato nel 2009 da una coppia di grafici londinesi. Inizialmente doveva ospitare le creazioni dei fondatori, opere meritevoli di altri designer e chicche vintage scovate in giro per l’Europa, ma si è ben presto trasformato in un progetto in perenne evoluzione. Tra le ispirazioni dichiarate: i compiti, gli uffici postali e la scuola.
Oggi c’è praticamente di tutto. Dai multicassettini di legno per organizzare la scrivania ai francobolli bulgari degli anni ’60. Ogni oggetto è deliziosamente retrò e selezionato con palese passione e cura maniacale.

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Kawaii Pen Shop

Un vasto deposito votato alla diffusione globale dei colori pastello e della cancelleria nipponico/asiatica. Non è un’accozzaglia di quaderni di Hello Kitty, tanto per capirci, ma un posto interessante dove trovare accessori “orientali” che conservano la loro giocosità pur non somigliando in maniera smaccata ai patacconi che potremmo trovare nell’uovo di Pasqua. Altra nota positiva, spedizione gratuita.

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Season Paper Collection

Julie Costaz e Mélissa Le Vaguerèse, designer tessili, hanno fondato Season Paper nel 2012. Il brand sforna due collezioni l’anno di prodotti cartacei (quaderni, biglietti, carta da parati, carta da regalo…). Tutto viene realizzato a Parigi con materiali provenienti da foreste sostenibili europee. La specialità delle estrose signorine sono i poeticissimi pattern disegnati con le loro manine d’oro.

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Write Sketch &

Un po’ di made in Italy milanese, che gioia. Anche in questo caso, dobbiamo la nostra gratitudine a una coppia di creativi – Matteo Carrubba e Angela Tomasoni – che, dopo una decina d’anni di militanza nell’art direction per la moda e il design, hanno deciso di dedicarsi alla cancelleria di qualità eccelsa. WS& nasce nel 2014 con una linea di quaderni geometrico-postmoderni a cui si sono aggiunti, negli anni, formati e prodotti diversi. Oggi troviamo copertine metalliche, tutto l’occorrente per scrivere e favolosissime tote-bag plissettate.

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Jo & Judy

Brand tedesco ad altissimo coefficiente di instagrammabilità, Jo & Judy è un po’ più orientato al “design da scrivania” che alla cancelleria in senso stretto. Ci sono soluzioni esteticamente armoniosissime per numerose esigenze fin troppo reali (che ne so, trovate anche i planner per ricordarvi i compleanni), ma anche piccoli gioielli e ninnoli per rendere bellissimo il vostro spazio di lavoro. Lo shop è consultabile per aree tematiche e per filtri cromatici… e tutto grida fortissimamente MOODBOARD.

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Paperchase

Paperchase è una colossale catena britannica specializzata in cancelleria di ogni forma e dimensione (da quella più pacata alle assurdità totali), con un occhio di riguardo allo scemenzame variegato e all’occorrente per il crafting. L’assortimento è vastissimo e l’attenzione ai “fenomeni pop” del momento è decisamente spiccata. Volete i cactus? Volete gli unicorni? Volete i glitter? Volete le frasi motivazionali – ma non quelle zuccherose? Volete i fenicotteri? Bene, da Paperchase c’è. E finalmente hanno deciso di spedire in tutto il mondo.

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Scrapzelda

Penso che Camilla – già superlativa di suo – non abbia bisogno di presentazioni. E forse nemmeno il suo shop, ma parliamone lo stesso. Perché Camilla è riuscita a tirare fuori dal cassetto un po’ il sogno di tutte/i: fare (anche) la cartolaia. Da lei, oltre all’ormai proverbiale agenda annuale, troverete quaderni, adesivi e accessori per lettori incalliti, come i segnalibri a barchetta con gli elastici colorati. Evviva!

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Out of Print

Out of Print non è precisamente un brand di cartoleria, ma una specie di paradiso per i lettori che non sanno come vestirsi. L’impresa è cominciata con le magliette letterarie – con stampate sopra le copertine “vintage” dei grandi classici – e l’assortimento si è gradualmente espanso per ospitare le sportine di tela, gli astucci, le calze, le spillette, i quaderni e centomila altri articoli per chi ama leggere e (probabilmente) anche scrivere. Amore del Cuore si è abbigliato per anni solo da Out of Print.

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Sticker Stack

Un negozione britannico – ancora una volta – specializzato in adesivi tenerelli, cancelleria vergognosamente appagante dal punto di vista visivo e accessori funzionalissimi per organizzare lo studio, il lavoro e l’esistenza in generale. Tutto arriva dall’Asia – in particolare dalla Corea e dal Giappone – e, cosa non frequentissima, è anche possibile una ricerca per brand – il che è ancor più invasante perché poi finisci a cercarti anche quei brand lì, trasformando la tua wishlist in una specie di abisso senza fondo. La componente kawaii, in questo caso, è praticamente nulla. Ma giuro che non se ne sente la mancanza.

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Bonus finale, un libro che credo mi comprerò fra cinque minuti.

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Il mondo è vasto e sono certa di ignorare l’esistenza di un’infinità di luoghi pieni zeppi di cancelleria che invece voi conoscete come le vostre tasche. Ecco, raccontatemi tutto, se vi va. Che nella mia cartellina di bookmark c’è ancora un sacco di spazio. Per il resto, in alto i pennarelli!

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EDIT MIGLIORATIVO

Grazie ai preziosi contributi raccolti su Facebook – tanto amore per voi! – ecco qualche altro link favolosissimo per proseguire con lo shopping.

Pleased To Meet
Papier Tigre
kikki.K
Erin Condren

Dunque, come funziona il Natale. Il Natale è pieno di regali, panettoni, lucine, renne, elfi sottopagati che fanno gli straordinari, calendari dell’Avvento, addobbi, maglioni brutti che in realtà sono bellissimi, fiocchi di neve, “se non ci vediamo più ti faccio gli auguri”, alberi più o meno arroganti e sciarpone. E di mercatini. I mercatini natalizi sono FONDAMENTALI. Quando poi sono anche mercatini belli il trionfo è assoluto. Qualche giorno fa sono andata a fare un giro al mercatino natalizio organizzato dalle super bravissime di Cotton Friday e, visto che non ho trovato un banchetto dove non avrei lasciato volentieri parecchi soldi, ho deciso di mettere insieme un’agile carrellata delle espositrici. Perché magari avete ancora dei regali da fare o, in generale, condividete la mia fissazione per l’handmade super creativo e di qualità eccelsa.
Ecco qua chi c’era, dunque.
Divertitevi, fate amicizia, compilate wishlist, comprate cose e sprigionate entusiasmo. Se lo meritano.
E grazie a Petit Pois Rose, Juice For Breakfast, Nigutindor e Tamago Craft per avermi invitata a iperventilare insieme a loro. Conoscervi è stato stupendo.

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Momò & Cose

Riciclo creativo e intere cittadine fatte di casette minuscole e colorate. Monica è anche assai brava a inventare delle scatoline personalizzate – che somigliano un po’ a dei diorama (o diorami? Chi può dirlo) – per raccontare una storia o celebrare degnamente un vostro ricordo speciale.

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Gummy Illustrations

Elena è un’illustratrice di rara inventiva e versatilità. Per Natale ha deciso di donare al mondo una serie di animalini paffuti che vi aiuteranno ad addobbare l’albero – fornendovi anche numerosi messaggi motivazionali -, ma produce anche oggetti spettacolari con Luna Lovegood ed Eleven – più parecchi altri personaggi che non possiamo fare a meno di amare – e stampe fascinosissime.

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Babel

Ecco, io vorrei tutto e basta. Serigrafie anatomico-scientifiche in ogni angolo di casa. Cuscini con le nappine e occhioni spalancati. Ci sono quadri, aggeggi bizzarri, spille che ti dicono le cose e vari ornamenti che sembrano usciti da Penny Dreadful o dallo studio di uno scorticatore dotato di un eccellente senso estetico.

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Idee Country

Sabrina crea accessori tessili per piccoli e grandi. Ci sono i set da asilo – sacchettini super comodi per il cambio con asciugamanini coordinati -, le custodie imbottite per i vostri preziosi device, le borse, le pochette e gli astucci. La scelta delle stampe è molto coccosa e i materiali sono superbi.

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Fab for a Jellyfish

Una sartoria creativa fatta di pattern insoliti, tessuti scelti con cura e materiali ricercati che diventano camicine per bimbi, abiti per grandi e accessori per capelli. Insomma, cucire con creatività, usando stampe uniche e molto speciali, spesso scovate in viaggio o rinvenute in vasti giacimenti di tessili vintage. Il laboratorio organizza anche corsi di cucito, pittura, fotografia e teatro – sia per adulti che per piccoli.

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Ohioja

Ylenia aveva un registratore di cassa giocattolo, un muro con un tricheco dai baffoni di lana e una cassetta di verdure fatte all’uncinetto – tutte felicissime, tranne il limone… che i limoni sono tipi acidi, si sa. Stavo già impazzendo, ma poi ho visto delle fette di pizza e un bricco di Estathé e ho completamente perso il senno. La nobile arte della riproduzione uncinettistica di roba da mangiare e oggettini vari si chiama amigurumi. Ed è all’incirca la cosa più bella del mondo.

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Fotini di LauVmade

LauVmade

Accessori geometrico-grafici (sia per addobbare le persone che le case) stampati su legno e tagliati a mano. Ci sono orecchini, spilline e spillone (ma anche le coppie di spillette per il colletto della camicia), ciondoli e coaster per i vostri pretenziosi cocktail domestici. Sembrano minimal, ma se guardi bene ti accorgi che sono pieni di minuscole renne, galline e motivi fiabeschissimi.

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Fotini di MouMee 🙂

MouMee

Un intero zoo di creaturine e bestiole in pasta di amidi, modellate e dipinte a mano.

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La Nana

A livello di stampe, il giro al mercatino di Cotton Friday è stato una felicità vera. Dalla Nana ho visto maglie con maniche tempestate di tigri e tucani, pois di tulle e velluto, tessuto tecnico ricoperto di lecca lecca a forma di cuore e tantissime cose assai originali ma anche di taglio portabilissimo. EVVIVA – anche per i gattoni neri!

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Laura Cortinovis

 Laura è un’illustratrice e un’autrice di libri per bambini. Lavora ad acquerello ed è specializzata in fiabeschissime rappresentazioni della natura. Tutte le sue creature (immensamente tondeggianti e coccose) e le sue bellissime infiorescenze hanno dato vita a una gamma di oggetti di cartoleria di grande delicatezza e pastellosità.

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Fotini di Crazy Cat Café 🙂

Crazy Cat Café

Il fatto che io non ci sia ancora stata è gravissimo, ma anche Milano – come ogni metropoli che si rispetti – ha il suo cat café. Oltre a nutrirvi e abbeverarvi, il Crazy Cat Café ha inventato una linea di merchandising musical-gattoso (i felini immortalati sono quelli del locale) e vende anche una collezione di accessori miciosi per la casa (LE TAZZINE CON LE ORECCHIE) e per le vostre personalissime esigenze d’addobbo.

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Piutì by èvita

Erica è una fabbricatrice di pupazzi inconfondibili che possono anche trasformarsi in gioielli o oggetti di supporto quotidiano. Ci sono le sardine-braccialetto, i pesciolini da portare al collo, le balene da compagnia e i molari felici che vi custodiscono le chiavi del portone. Tutto è cucito, imbottito e dipinto a mano.

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Fotini di Frrink 🙂

Frrink

Stampe, incisioni e linocut da appendere nelle vostre fortunate case o da godervi sotto forma di lampada o di accessori su tela e tessuto. L’ordine, l’armonia, la pace.

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Fotini di Beads and Tricks 🙂

Beads and Tricks

Gioielli artigianali in metallo e pietre dure che sembrano usciti da un tesoro vichingo. Anche qui, se volete imparare a fabbricarvi un anello o un monile tutto vostro ci sono corsi e laboratori. E io amerei molto cimentarmi. Per poi partire alla conquista di un’isola remota.

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Leo Feliz

Vorrei essere una ragazza-minimal, ma la verità è che sono molto più incline a mettermi addosso centosei cose parecchio complicate. I gioielli di Leomi sono stupendi. Anima caraibica e nappine a profusione – create a mano a partire da innumerevoli matassine di cotone variopinto. Gli orecchini sono tutti unici e spesso sono un incontro tra materiali di diverse provenienze. Ci sono i bottoni vintage rivestiti di tessuto e le perline, ma anche spille bizzarre che hanno cambiato destinazione d’uso. Datemi un pareo e tanti saluti.

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Le Petit Rabbit

Cartoleria! CARTOLERIA COCCOSA! Giulia è una graphic designer che sforna ripetutamente cose di carta di mille tipi diversi – ci sono i quaderni, le agende, i biglietti d’auguri, i posterini e i kit da festa con piatti e bicchieri – ma anche articoli tessili di varia utilità. Ci sono le sacchine stampate con la coulisse, gli zainetti, le tote e anche i cilindroni di carta spessa dove riporre i giocattoli (o quel che vi pare). Tutti i suoi pattern sono adorabili e pastellosi e la scelta dei colori regalerebbe la serenità anche a un troll con l’orticaria.

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Bene. Direi che un rapido recap l’abbiamo fatto.
Vi lascio frugare pacificamente fra i profili e gli shop.
Wishlistate con calma.
O regalatevi subito qualcosa di fatto con il cuore.
:3

Ebbene, anche oggi è una giornata magnifica per desiderare delle cose!
Procediamo con baldanza.

Mi sono recentemente resa conto di essere piena di buste, bustine e bustone che dovrebbero aiutarmi a tenere in ordine le borse, contenendo di volta in volta insiemi di oggetti di varia utilità quotidiana. Le mie borse, nonostante questo nobile sforzo classificatorio, restano però un casino e, invece di frugare una volta sola nelle vaste profondità della borsa principale finisco per frugare anche in tutte le bustine, non trovando comunque una mazza. Basta, mi sono rotta i coglioni di frugare. Voglio solo bustine trasparenti. Su Sticker Stack – sito specializzato in cancelleria asiatica (e in tutto quel vasto mondo che può circondare il termine CANCELLERIA) – ce ne sono diverse. Hanno un’aria superbamente funzionale e alcune sono addirittura carine.

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PBteen – sito che per motivi anagrafici non dovrei visitare, lo ben so – ha lanciato da poco una bellissima collezione di aggeggiame domestico disegnata da Anna Sui. È un tripudio di farfalle, cassettiere goticheggianti, specchi arzigogolati e pavoni. E c’è anche un cuscino con un unicorno sciantosissimo.

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Un sabato sono andata a lavorare alla libreria Open – perché sì, capita di lavorare al sabato – e, mentre andavo a sedermi al tavolone dei volenterosi COWORKERS, ho individuato una pregevole scatolina di Parole orrende magnetiche. Da ciaone ad apericena, nulla deve sfuggire all’odio. Sfogatevi sul frigo.

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Mi sto convertendo alle borse a tracolla. Se devi spingere un passeggino o maneggiare un infante sono decisamente più comode. Vado graziosamente in giro con roba che penzola nell’incavo del gomito solo quando sono in solitaria, ormai. E ci sta, ci si riadatta. E la cosa positiva è che puoi dichiarare di aver bisogno di borse nuove offrendo solidissime motivazioni. I miei entusiasmi più recenti si stanno riversando sulle tracolle tondeggianti di ban.do. C’è anche rosa.

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Odio le pagine Facebook con le robe che “fanno ridere”. Ma i Dinosauri Onesti sono la vita. E ho scoperto che ci sono anche le magliette. Le vorrei tutte – come rinunciare a SI SA CHE IL NUOTO È LO SPORT PIÙ COMPLETO – ma, per deformazione professionale, credo che sarebbe bello cominciare da questa.

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Il ritorno dalle vacanze è anche un po’ il ritorno alle nostre solite facce di pietra. Non so voi, ma io divento grigia appena rimetto piede in casa mia. Come una lapide in un cimitero bretone. Visto che amo moltissimo gli scrub e le acquette spruzzette di Caudalie (FANNO EFFETTIVAMENTE QUALCOSA) vorrei provare anche il Fluido Pelle Perfetta della linea Vinoperfect, che promette di resuscitare pure i sassi. Basterà? Spero di scoprirlo presto.

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Sul fronte lettura, invece, vorrei mettere le mani il prima possibile sul nuovo romanzo di Peppe Fiore – da me già molto apprezzato qualche tempo fa, quando uscì Nessuno è indispensabile. Dimenticare mi pare un po’ diverso, come toni – un cupo mistero, una storia di solitudine e di ricordi che riaffiorano per chiedere il conto -, ma sono molto fiduciosa. E curiosona.

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Gli unicorni sono tutto.
Gli unicorni sono la gioia.
Gli unicorni squarciano l’oscurità e generano miracoli.
Diffidate di chi li disprezza e onorate chi li ama – utilizzando, possibilmente, del glitter molto luccicante.
Nel tentativo di affrontare al meglio l’età adulta (senza soccombere all’impellente desiderio di nascondermi a piangere sotto a un piumone) ho deciso di attorniarmi di unicorni. Possiedo indumenti tempestati di unicorni, pantofole a forma di unicorno, una tuta intera che dovrebbe – in teoria – trasformarmi in un unicorno parecchio credibile, cranietti di unicorno che fungono da auricolari e un serissimo UNICORNER da scrivania. Perché gli unicorni illuminano il cammino, ispirano la mente e favoriscono la produttività.
L’immotivata collezione – assemblata in maniera assolutamente non sistematica – si sta espandendo, anche grazie ai contributi di estemporanei benefattori. Si va dalle colleghe di Amore del Cuore – che mi donano magliette con unicorni floreali – a rispettabilissimi portali di e-commerce, tipo Troppotogo – che è appena balzato in cima alla classifica di chi si è maestosamente guadagnato la mia imperitura gratitudine.

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Vivete sotto a un sasso e non sapete che cos’è Troppotogo? Male – ma non malissimo. L’incresciosa lacuna è facilmente colmabile.

Troppotogo, in buona sostanza, vende tutto quello che vi verrebbe in mente di chiedere a Babbo Natale ora che avete trent’anni buoni.
È un ottimo luogo per scegliere regali (volete continuare ad essere i noiosoni che arrivano con una sciarpa beige o con lo Smartbox degli APERICENA? Peggio per voi, verrete presto banditi dal regno) o per compilare floride wishlist, nella speranza che – prima o poi – qualche regalo arrivi pure a voi. In caso di necessità, potete sempre andare su Troppotogo e compratevi da soli quel che vi pare: il catalogo è vasto e ricco di meraviglie – tra cui mille soluzioni per chi, giustamente, non riesce a contemplare una vita priva di unicorni.

Grazie a Troppotogo, il mio UNICORNER ha appena accolto due nuovi e benvenutissimi esemplari di ronzino incantato.
La lampada da tavolo a forma di unicorno.
La boccia di gin glitterato – ricavata da purissime lacrime di unicorno.

Ma procediamo con calma… cercando di non iperventilare.

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La mia lampada è rosa, ma nell’universo ne esistono anche di bianche. La mia è la versione più piccola, ma c’è anche l’unicorno da pavimento. Da spenta è bella. Da accesa scaccia il male, gli incubi e le creature delle tenebre – continuando comunque ad essere bella. Va a pile e non serve nutrirla con della biada magica. Tutto quello che occorre è un posto carino dove appoggiarla.
Studiatevela bene qui.

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Date le mie attuali condizioni, non posso diffondermi sul sapore, ma posso comunque venerare questa bottiglia di gin come una reliquia. Per quanto riguarda i sentori d’arancia e sciroppo d’acero mi fido (volentieri) di Troppotogo, mentre posso rassicurarvi in merito alla vorticosa presenza di lacrime argentate di unicorno (a scaglie).
Il possibile utilizzo di questa prodigiosa bottigliona è duplice. A) Stappatela, scolatevela e affrontate l’esistenza con rinnovato ottimismo. B) Tenetela lì, ammiratela e agitatela nei momenti di difficoltà. Comunque vada, sarà un successo.

Basta, vi ho fatto perdere anche troppo tempo.
Andate. E unicornatevi.

 

Volevo fare un’introduzione seria, ma poi mi sono accorta che non so niente. Non è colpa mia, funziono così. Il laureato in storia è Amore del Cuore, mentre io sono quella che legge Le benevole in spiaggia. Lui si ricorda esattamente che cosa è successo al Congresso di Vienna, io mi entusiasmo per la macchinosa procedura di lavaggio-capelli della principessa Sissi. Lui ricostruisce agilmente fatti, cause, conseguenze (di breve e lungo periodo) e ripercussioni socio-economiche, io mi prendo bene coi problemi esistenziali delle favorite del Re Sole, voglio sapere che cosa mangiavano i Maya e iperventilo se becco Alberto Angela che spiega alla gente com’è che gli antichi romani fabbricavano le scarpe.
Che vi devo dire.
Mi piacciono le cose – e tutto quello che possono raccontarci sul mondo che le conteneva. Datemi una montagna di usanze, rituali, suppellettili, manifesti propagandistici, uniformi, galatei, feste comandate e superstizioni… e sarò felice – anche di fronte allo sconcertante universo della Russia sovietica.

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Qual è il valore simbolico del samovar?
Com’è che si campa senza carta igienica?
Perché a nessuno viene in mente di rubare il bicchiere “collettivo” di un distributore pubblico d’acqua?
Qual è la velocità accettabile per una scala mobile della metropolitana di Mosca?
Conviene diffidare delle kotlety?
Non esistono le sporte di plastica. E manco quelle di carta. Com’è che fate la spesa (sempre che ci sia qualcosa da comprare)?
Che cos’ha il rosso di così speciale?
Perché uno dovrebbe mettersi in casa una lampadina a forma di cranio di Stalin?
Volete richiudere una bottiglia di vodka e metterla via per la prossima volta? Non si può. E siete gente che non ci sta dentro.
Come si fa a pulire correttamente un pesce essiccato?
Perché c’è coda davanti a un ristorante vuoto?
Non lasciare il cappotto al guardaroba è da villanzoni. Ma perché al cinema si può serenamente tenere?

Dalle famigerate calze di nylon all’acqua di colonia Chypre (la preferita degli alcolizzati), in questo libro troverete l’ideologia e la propaganda, l’onnipresente conflitto tra spazio privato e spazio pubblico, una molecola di nostalgia, svariate badilate di brutale franchezza, numerosi tritacarne, un satellite (il primo) e un cadavere mummificato. La vita privata degli oggetti sovietici (Sironi) è un saggio super curioso, imprevedibile e godibilissimo. Anzi, molto meglio. È una specie di romanzo distopico di storia materiale.
Grazie ai 25 oggetti emblematici individuati da Gian Piero Piretto guadagnerete un punto di vista incredibilmente preciso e “pratico” sulla quotidianità sovietica, ritroverete il fascino per il surreale, imparerete qualcosa – anche se vi pare di saperne già abbastanza – e vi verrà da pensare che, in qualche meandro della lingua russa, debba per forza esistere un equivalente dell’espressione stranger than fiction – applicabile, però, a svariati decenni di vita di un’intera società.
Mentre ci pensate su, vi auguro buona lettura e vi lascio in eredità la formula corretta per un brindisi russo: Za vaše zdorov’e, caroni!

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Il Tegaminario dell’Avvento sta già andando a farsi benedire. Niente. Venerdì, tanto per spiegarvi, ho avuto il grande onore di trascorrere l’intera giornata a uno SCIÚTING, in un capannone gelido e sperduto. Ho riacquistato la mobilità degli arti superiori solo a notte inoltrata, quando era ormai troppo tardi per deliziarvi con suggerimenti arguti ed illuminanti per rimpinguare la vostra wishlist festiva. Ieri, invece, in preda al deliquio per questi quattro insperati e benedetti giorni di ferie, sono rimasta sul divano per tutto il pomeriggio – avvolta in una coperta coi pon-pon e assolutamente impossibilitata ad esercitare le mie facoltà intellettive. Mi sono trasformata in un cuscino, in pratica. Ed è stato bellissimo.
Ma ora basta. Non possiamo sempre fingere di essere dei cuscini. È il momento di tirarci insieme.
Mentre Amore del Cuore combatte per due pomodori e un vasetto di ragù di cinghiale all’Esselunga di Viale Papiniano, dunque, mi sento finalmente in grado di informarvi dell’esistenza di PAPA – Play Art / Polygon Art -, un folle brand coreano specializzato in poetici e fiabeschi origami da parete. La prima collezione è composta da una fantastica triade. Teste di unicorno. Code di balena. Pappagalli volanti. Tutti disponibili in bianco, rosa e oro. La vita.

papa balena

papa unipink
papa bird
papa whalefloor

Ne avete bisogno, ammettetelo.
I gloriosi pezzi di animale vi arriveranno in una pratica confezione piatta, piena di istruzioni e cartoncini pazzi che dovrete meticolosamente piegare fino ad ottenere il vostro mirabile accessorio da parete di superdesign. Perché, diciamocelo francamente, ormai l’alce di legno e la casetta per i passerotti hanno anche un po’ rotto i coglioni.
Felici origami sognanti a tutti.

Vi siete persi qualche imprescindibile puntata del Tegaminario COLABRODO dell’Avvento? Andate su Pinterest. C’è addirittura un board!